venerdì 18 settembre 2020

Non ha tempo da perdere

Mattino, un bar, prima periferia di Modena.

Osservo uno dei baristi. Sessant'anni, giù di lì.
Mai visto prima, eppure qui ci passo abbastanza spesso.
Quasi calvo, tenace nel non dichiarare sconfitta al deserto che avanza tra i capelli, si affida a un riporto grottesco, commovente nel tentativo fallito.
Poche parole, sempre gentile, postura rassegnata.
Ma gentile davvero, con tutti.
Buongiorno dica un cappuccino un caffè prego sono quatto euro il bagno è dietro la colonna zucchero bianco o di canna caffè macchiato questa è vegana con la marmellata  un goccino d'acqua arrivo ristretto di soia.
Vado alla cassa: "Pago un cappuccino e una brioche", dico.
Una voce riempie il bar, potente come una testata data con violenza per spaccare un setto nasale.
OOOOOOOHHHHHH, A ME NON MI SERVI????
PORCA TROIA, SONO QUA DA DIECI MINUTI, NON MI SERVI A ME? EH??
Silenzio nel bar.
Giro lo sguardo.
Avrà 25 anni. Capelli rasati sulle tempie, occhiali a specchio, maglia ampia da basket, pantaloni corti, mano destra a domandare che cazzo aspetti a servirmi.
STAI SERVENDO TUTTI TRANNE ME CHE SONO QUA CHE ASPETTO.
Silenzio nel bar.
Nessuno guarda nessuno. 
Scusi, scusi, dice il barista, molla tutto e si piazza davanti al tizio per esaudire i suoi desideri.
DAMMI QUESTA AL CIOCCOLATO E UNA VUOTA. POI UN CAFFÈ MACCHIATO.
Ecco, dice il barista, che si scusa per la terza volta.
Silenzio nel bar.
DAMMI ANCHE UN BICCHIERE D'ACQUA.
Si eccolo.
Si allontana, si siede a un tavolino.
Mentre provo a pagare, si avvicina di nuovo verso il bancone.
Mastica a bocca spalancata la brioche, potrei contargli le otturazioni dei denti.
GNAMMI ANGHE UN CAPUGGNINO.
Meglio di così, a bocca piena, non gli riesce.
Pronti col cappuccino.
Torna al tavolino.
Silenzio nel bar.
Dopo qualche secondo arriva sua madre, guarda la brioche e sentenzia: questa non mi piace.
Il tizio si alza, prende la brioche: CAMBIA LA BRIOCHE DI MIA MAMMA. SI PUÒ? QUESTA NON LE VA BENE.
Pronti, cambio della brioche.
Il barista continua a scusarsi.
Silenzio nel bar.
Pago.
Esco.
Una telefonata prima di salire in macchina, accendo il motore, parto.
Lo vedo uscire dal bar, si dirige con sua mamma verso una Bmw.
Autostrada.
Sullo specchietto retrovisore vedo il tizio sulla Bmw che si avvicina ai 200 all'ora, sorpassa a destra e sinistra, zig zag tra le corsie, abbaglianti, toglietevi dai coglioni che non ho tempo da perdere.