Penso di aver raggiunto velocità prossime alla luce.
Con un corpo che si avvicina alla velocità della luce si può disegnare un cono di luce e suddividere lo spazio in regioni: il futuro, il presente e il passato.
La mia mente viveva oggi, ieri e domani.
Io mi vedevo bambino.
Adulto, come prima della malattia.
Come oggi.
Vecchio come domani.
Ed ero sempre uguale, sempre con Elisa vicina, con i miei amici, ed ero sereno e felice.
E sicuro di me.
Il mio cervello si stava espandendo, il mio corpo stava vibrando, stavo diventando energia pura.
Stavo visualizzando i colori dell’arcobaleno.
I fisici che stanno ancora cercando i tachioni dovrebbero viaggiare come stavo viaggiando io.
La velocità dei miei pensieri era oltre la luce.
[Questo è un passaggio del libro autobiografico di un amico malato di sclerosi multipla. Che non muove più un muscolo, solo la testa. E che racconta con queste parole le sensazioni delle notti immobili a letto.]
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