Il ritardo è quasi imperdonabile, ma finalmente leggo "Salviamo l'Italia", di Paul Ginsborg.
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Giuseppe Mazzini |
Cito dal libro:
- "Quel vizio tutto italiano di dir male del suo paese quasi per una escandescenza di amor patrio". (Carlo Cattaneo, 1839)
- Il nocciolo del problema italiano era la perdita della più preziosa delle libertà, la libertà dalla dipendenza. A forza di aver padroni, l'Italia come nazione era diventata "corrotta e snervata"; e i suoi dominatori stranieri, dopo averla soggiogata, la disprezzavano per la viltà della sua sottomissione. Gli italiani non avevano più una storia propria: "le loro sventure non sono altro che episodi nella storia delle altre nazioni". (i virgolettati citati da Ginsborg sono di Simonde de Sismondi - 1818)
- "Così in un paese dove la natura ha dotato le sue figlie, forse più generosamente che in qualunque altro, di tesori della mente e del cuore tali da farne madri di liberi cittadini e nutrici di patrioti [...] il cattivo governo e, di conseguenza, i cattivi costumi le hanno rese così degeneri che la loro vita domestica corrompe nei loro figlioli ogni germe di virtù". (anonimo inglese: The women of Italy, 1826)
- Dialogo tra Lord Byron e Teresa Guccioli dopo una sconfitta di una cospirazione patriottica nel 1821. "Ahimè, - esclamò la donna con le lacrime agli occhi, - ora gli italiani devono tornare a darsi all'opera lirica". "Temo, - commentò Byron, - che quella e i maccheroni siano il loro forte".
- "Insomma, siate uomini e non cicale, - diceva Berchet (1816) esortando i suoi colleghi letterati italiani, - e i vostri paesani vi benediranno, e lo straniero ripiglierà modestia e parlerà di voi coll'antico rispetto". Riguadagnare rispetto all'estero è uno dei temi dominanti di quegli anni.
- Storico, famigliare, culturale: sono questi i tre ambiti cruciali in cui si percepiva e denunciava il declino italiano.
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