lunedì 15 agosto 2011

Quel figlio mongoloide, stupido e deficiente


Pura cronaca, senza aggiungere particolari. Niente di inventato, neanche una parola.
Dolomiti, pochi giorni fa. Un rifugio ai piedi di una delle cime più spettacolari dell'arco alpino.
Dopo due ore di cammino arriviamo al rifugio e ci sediamo ad un tavolo, fuori.
Tantissima gente sui prati, tante famiglie.
Su tante voci che si accavallano, una prevale nettamente su tutte:
"Sei matto???????????? Ti ammazzi!!!!!!! Vieni giù di lìììììììììì!!!!!!!! Daiiiiiii!!!! Ti ammazzi!!!!".
I richiami di una madre al figlio di tre-quattro anni (che si sta arrampicando su un masso) si sentono per tutta la valle. Tutta la gente (centinaia di persone) si gira in direzione delle urla.
I nostri vicini di tavolo ridacchiano. Capiamo, dai loro commenti, che quella madre urla da ore per ogni cosa che succede ai figli.
L'urlatrice, dopo pochi minuti, si fa sentire di nuovo: "Chiamo la Polizia!!!!!!!!!!!!!". Suo figlio ha deciso che quel masso gli piace ed è sordo ai richiami di sua madre, che medita (a suon di decibel) di rivolgersi alle Forze dell'Ordine, lassù a 2000 metri. Forse servirà, pensa. Un'amica dice all'urlatrice che forse non è il caso di allarmarsi, di urlare. Lei replica con un altro urlo che si perde verso il fondovalle.

Un'ora più tardi scendiamo verso la macchina.
La comitiva dell'urlatrice ci precede di un centinaio di metri.
C'è fango, il sentiero è quasi impraticabile per due o trecento metri. Bisogna camminare appena fuori dalla traccia principale per non affondare nel fango fino a metà polpaccio.
L'urlatrice ha di fianco il secondo figlio, di circa otto anni, che è un po' in difficoltà. Niente di strano, insomma, tutto normale. Un bimbo di otto anni che cammina cercando di non scivolare.
Ma si scivola, scivolano quasi tutti. Non c'è pericolo, semplicemente si scivola e si finisce con i piedi nel fango. Tutto lì. Una rottura di scatole, niente di più.
A un certo punto, l'inevitabile.
Il bimbo scivola. Si appende istintivamente alla prima cosa che ha a portata di mano: il braccio della madre, l'urlatrice. Il bimbo, nonostante la presa, scivola del tutto e si porta dietro la mamma.
Un abbraccio che trascina tutti e due nel fango, come nelle comiche, ma - ci rendiamo conto - non c'è tanto da ridere.
L'urlo della mamma parte già durante il rotolamento:
Daaaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiii
Ecccccccoooooooooooooooooo!!!!!
Alla fine della scivolata, la raffica:

TE L'AVEVO DEEEEEEEEETTTTTTTTTTTOOOOOOO!!!!!!
La gente nei sentieri di ferma a guardare, è uno show.
STUPIDO!!!!!!!!!!
SCEMO!!!!!!!!!
MONGOLOIDE!!!!!!!!!!
PORCA TROIA!!!!!!!!!!
CRETINO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
DEFICIENTE!!!!!!!!!!

Il bimbo di otto anni, rialzandosi, abbozza una risposta, ma ogni volta che apre bocca viene zittito:

mah...
STUPIDO!!!!!!!!!
è che...
STUPIDO!!!!!!!!!
però...
STUPIDO!!!!!!!!!
però io...
CRETINO!!!!!!!!!
CRETINO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
GUARDA QUA, TUTTA LA ROBA ROVINATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
Si toglie la felpa, macchiata di fango, e riparte lungo il sentiero.
Il figlio, mogio, dietro.


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