domenica 30 giugno 2013

La montata lattea di Carlotta Magnanini e i cadaveri del Vajont


Per spiegare che ha avuto una montata lattea scarsa, Carlotta Magnanini su D di Repubblica scrive:

"La montata lattea non fu quell'esondazione inarrestabile del Vajont come avrebbe dovuto essere, ma di quelle che va be', sempre meglio che niente. Così così. Da puerpera spuria". 

E poche righe dopo, per precisare di aver provato anche con il latte ipoallergenico Unipo, sottolinea: 


"La poppata successiva fu un Vajont di Unipo in polvere".


Maneggiare la scrittura, ignorando la storia, provoca sempre risultati agghiaccianti e, in questo caso, umilianti per la memoria delle 1917 vittime del Vajont, per i superstiti e - sì - anche per il giornalismo.
Sono sicuro che è tutto scritto in buona fede, faccio lo stesso mestiere della Magnanini e so che può capitare, ne ho già scritto. E' capitato anche a me. 
Ma almeno nell'anno della ricorrenza del 50° della catastrofe di Longarone, un po' di attenzione, dai. 
Altrimenti va a finire che, per descrivere una diarrea, scriveremo simpaticamente di aver avuto un'Hiroshima nel culo. Oppure descriveremo un travolgente sisma dell'Irpinia nel naso per dire che ci stavano scaccolando con una certa irruenza. O un olocausto in cucina per dire che il frigo non funziona.
Io, oltre che giornalista, sono figlio di una superstite e faccio un invito ufficiale a Carlotta Magnanini, senza ironia: se è disponibile, un giorno la accompagno nelle zone della tragedia. Sono sicuro che capirà che il mio non è livore, è solo tentativo di mantenere viva la memoria.

domenica 23 giugno 2013

Giovane è la notte


Davide Lombardi su Note Modenesi intervista Filippo Bottura, 23 anni, deejay modenese, organizzatore del MMV (Modena Music Village), un evento che ha richiamato migliaia di giovani. E, proprio a proposito di giovani, Bottura racconta un mondo che agli adulti è sostanzialmente ignoto. Uno spaccato fenomenale che è al contempo preziosa fonte di informazione, ma anche e soprattutto strumento indispensabile per i politici che a qualunque livello si occupano di politiche giovanili.

mercoledì 19 giugno 2013

lunedì 17 giugno 2013

La teocrazia punitiva del M5S

Enza Blundo, M5S, ha chiesto a Adele Gambaro
di chiedere perdono a Beppe Grillo
Invocare il perdono di Beppe, in diretta. (guardate il video...) 
Nella politica italiana si affaccia la teocrazia movimentista, in cui il dio Grillo - che già da tempo ha potere simbolico di vita e di morte nel MoVimento - ora allarga le proprie facoltà a quella intermedia e vagamente paternalista del perdono.
Notizia pessima di per sé, lo è maggiormente in quanto apparecchiata come gogna pubblica per la peccatrice, lapidata virtualmente nei giorni scorsi (come tutti gli espulsi), a cui però viene concesso di riprendere in mano la propria vita di movimentista a patto di battere il petto in segno di perdono: Grillo, mi prostro davanti a te, invoco la tua magnanimità di fronte ai confratelli.
Permeata dei peggiori elementi settari (presenza di un leader carismatico, coercizione psicologica come nel caso della gogna, ricchezze dei singoli convogliate a favore di una causa più grande), una quota (si spera limitatissima) del M5S si aggiunge ai tanti elementi che rischiano di far implodere il progetto originario del MoVimento, che era così bello, così fresco, così pieno di aria di partecipazione, che vederlo sepolto sotto la lapide marmorea di una teocrazia, oltretutto punitiva, fa malissimo alla nostra già claudicante democrazia.
Non ne sentivamo davvero il bisogno.


"Io, quello che mi auguro, è che Adele, come è giusto che sia, 
abbia la forza e la voglia di chiedere scusa e perdono 
per aver messo in discussione questo [...] 
non possiamo farci del male l'un l'altro, altrimenti l'insieme non funziona.
[...] io spero che si accolga quella proposta che era 
stata fatta - e chiudo - di una telefonata a Beppe, 
e le scuse siano in diretta a Beppe"

martedì 11 giugno 2013

Senza Grillo il MoVimento 5 Stelle potrebbe diventare adulto


Avete ascoltato i 24 secondi di video qui sopra? Qualche anno fa, quando a Cesena alla Woodstock 5 Stelle avevamo acceso le telecamere per capire quale fosse la natura del MoVimento, Giulia Bondi aveva fatto a Grillo quella che - con senno di poi  - si è rivelata essere la domanda delle domande: può esistere il MoVimento senza di te?
E lui aveva risposto:

"Esiste già. 
Sono tutti dei Grillo. 
Sono tutti leader di se stessi. 
Se tu realizzi un tuo sogno, lo rendi reale, 
sei già un leader di te stesso".

Una risposta da papà saggio, che guarda con orgoglio i figli mettere a frutto il suo insegnamento e li vede camminare verso il mondo.
Questa risposta, realistica all'epoca, si è poi rivelata irrealizzabile quando è arrivato il potere vero.
Lo si è visto una prima volta nel famoso tweet di pochi mesi fa, di fronte all'eventualità che il M5S potesse votare la fiducia a un eventuale governo Bersani. In quell'occasione Grillo, al posto di cogliere quello che sembrava il primo cenno di realismo istituzionale dei suoi, si era offeso, Invece di farsi da parte come riconoscimento dell'inizio di un percorso di maturità  dei suoi e lasciare campo libero, aveva minacciato di andarsene, di abbandonare la politica, facendo rientrare rapidamente i primi accenni di frattura nel MoVimento, annullandone evidentemente la prima spinta di maturazione, mettendosi quasi fisicamente di traverso. In altre parole, minacciando di immolarsi, bruciando nella pira funeraria l'essenza del MoVimento stesso.

Con il post "Il problema è Beppe Grillo", con cui il comico ribatte alle accuse della senatrice M5S Adele Gambaro, si rinnova e si potenzia il medesimo meccanismo: Me ne vado? Eh? Vado via? E, sottotraccia, la consapevolezza (la supponenza, in questo caso) che senza il suo leader, il MoVimento non può affatto esistere. La figura del fondatore che, come da tradizione, diventa zavorra.
Non è vero, quindi, che "tutti sono dei Grillo". Di Grillo ce n'è uno solo e, fino a quando ci sarà, la sensazione - ormai una certezza - è che il M5S rimarrà nel recinto della sperimentazione rancorosa della protesta politica.

Dal punto di vista strettamente analitico, questa è la rappresentazione plastica dell'ormai celeberrimo sperpero di milioni di voti dati al MoVimento.
Se però Grillo lasciasse adesso, con un'uscita di scena intesa come avallo e pieno riconoscimento della capacità del M5S di camminare da solo, il MoVimento potrebbe davvero provare a diventare quella forza in grado di dare gambe a quel programma sino ad ora rimasto pura lettera morta.
E, di fronte all'astensionismo catastrofico di quest'ultima tornata elettorale, il voto potrebbe riacquistare quel senso di delega che - mai come nel caso di Grillo - si è rivelato fuori bersaglio.

domenica 9 giugno 2013

Last minute: Grillo prende per il culo i grillini

La novità dell'ultim'ora è che Grillo sta prendendo per il culo i grillini.
Messo all'angolo da risultati elettorali, defezioni e critiche aperte che provengono dai suoi parlamentari, il comico sbrocca di brutto e nel tentativo affannato e goffo di ricompattare la base attraverso le consuete urla identitarie, prende per il culo la sua stessa base, quella stessa base che gli ha dato fiducia.

E' un gran peccato, perché in questo modo rischia di far sparire il MoVimento 5 Stelle e, con il MoVimento, tutto ciò che nel M5S c'è di buono.

La presa per il culo è lì in bella vista nel post  "C'è chi ha votato il M5S", in cui vengono elencati 25 motivi per cui la gente ha votato il MoVimento.

La presa per il culo al suo elettorato è il motivo numero 21:

C'è chi ha votato il M5S per relegare finalmente Berlusconi nella spazzatura della Storia

I suoi elettori sanno perfettamente che l'occasione per "relegare finalmente Berlusconi nella spazzatura della Storia" c'è stata. Erano i giorni in cui si eleggeva il Presidente della Repubblica. E Grillo, sul blog, scriveva che l'elezione di Prodi "cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche".

Prodi, trombato da 101 ignoti (si fa per dire...) del Pd, avrebbe avuto chanche di "relegare finalmente Berlusconi nella spazzatura della Storia" e "cancellare Berlusconi dalle carte geografiche" se il M5S avesse accettato un accordo sul nome di Prodi. Ma non lo ha fatto. Ed è stato, con ogni probabilità, l'inizio del declino. Non quello che Giannino tentava di fermare a suon di lauree. Quello del MoVimento che, preso in giro di fronte all'evidenza della mancata presa in carico di responsabilità, potrebbe davvero evaporare con gran danno per tutti.

mercoledì 5 giugno 2013

Non tutte le donne sono così feroci (speriamo)


Treno regionale Bologna-Venezia, ore 9,20.
Salgo, apro il giornale. Di fronte a me c'è un uomo, cinquant'anni circa, anche lui sprofondato nella lettura di Repubblica.
Salgono quattro donne, età media 65. Si siedono proprio di fianco a noi. 
Sono chiaramente in gita, una è evidentemente la "leader". 
E' bassa, robusta. bionda ultra-tinta, vestita in maniera curata, gioielleria di seconda mano, voce sicura, occhialoni da sole. Non so ancora che sta per accadere qualcosa di feroce.
Il treno parte, le chiacchiere delle quattro donne in gita anche.
Improvvisamente sale altissimo il tono della voce della donna ingioiellata.

"MA BASTAAAA, SEI SEMPRE QUELLA CHE PUNTUALIZZA"
E la donna di fronte all'ingioiellata replica, quasi sottovoce. "Ma ho solo detto..."
"SEI SEMPRE QUELLA CHE ROVINA LE DISCUSSIONI"
"Ma cosa ho detto"? (sommessamente)
"SE IO PARLO DI BARCELLONA E DI GAUDI', CHE BISOGNO C'E' DI PRECISARE?"
"Ma io ho solo detto che..."
"SE IO DICO CHE A BARCELLONA C'E' IL QUARTIERE GAUDI', CHE BISOGNO C'E' DI PRECISARE CHE SONO SOLO TRE CASE, NON UN QUARTIERE????"
"Va bene, va bene. Dicevo solo che sono tre edifici"
"NO, NON VA BENE, BISOGNA CHE QUALCUNO TE LO DICA, SEI SEMPRE COSI!!! GUARDA CHE LA GENTE QUANDO CHIACCHIERA VUOLE SOLO CHIACCHIERARE, NON VUOLE CHE GLI SI ROMPA LE BALLE!"
"Va bene, va bene, finiamola qui, scusa"
"FINIAMOLA QUI!?? NON MI VA BENE CHE TU DICA FINIAMOLA QUI CON QUEL TONO!!!"
Con un filo di voce, guardando verso il pavimento "Per favore, sto male, per questo dico finiamola qui. Basta, per favore"
"AH, ECCO, FINIAMOLA QUI, SI, MEGLIO"

Il treno sferraglia verso Ferrara, il quartetto prosegue il chiacchiericcio, a cui però non partecipa più la donna  che ha osato contraddire l'ingioiellata. Se ne sta in silenzio, umiliata, col groppo in gola.
Il treno ferma a Ferrara. 
Prima di scendere, l'uomo di fronte a me si alza e si avvicina al quartetto di over65, si china verso la donna che è lì ancora silenziosa, le tocca un braccio. 
Lei si gira verso lo sconosciuto, con aria mite, sorpresa.
Anche le altre tre sono sorprese da quell'intrusione tanto inaspettata e si fanno improvvisamente silenziose.
Lui le dice: "Ho seguito la vostra discussione. Una donna con la sua sensibilità, la vorrei come zia delle mie nipotine".
"Davvero?", chiede. E un sorriso incredulo le illumina il viso.

martedì 4 giugno 2013

Qualcuno sa come si chiama il fan n° 1 di Pippo Civati?























La foto ritrae Pippo Civati all'arrivo alla direzione del PD. Ma io le frecce le ho messe sui professionisti dell'apparire, perché sono mitici, parte integrante dell'Italia.
Il 2 è Gabriele Paolini, e lo conosciamo tutti. Il 3 è quello che si fa chiamare Michele, anche se non è il suo vero nome, e finge di essere un giornalista.
Il numero 1 mi mancava, ma si impegna. Qualcuno sa come si chiama?

domenica 2 giugno 2013

Sta a vedere che Grillo apre al Pd per fermare Berlusconi


Se davvero l'idea del presidenzialismo dovesse prendere corpo, come lascerebbero intendere le parole di Letta e la replica di Alfano, potrebbero crearsi le condizioni per cui il MoVimento 5 Stelle potrebbe aprirsi a una forma di collaborazione con il PD (o con una buona parte del PD e altre forze del centrosinistra) per scongiurare che questo possa accadere.
Le condizioni, come ha dichiarato proprio su questo blog Piergiorgio Corbetta, sono queste:

[...]se in effetti la situazione precipitasse, se effettivamente Berlusconi diventasse per la sinistra un rischio più grande di quanto lo sia stato sinora, e cioè che a un certo punto ci fosse l’eventualità di tornare alle elezioni con la prospettiva che le vinca Berlusconi e che poi possa diventare Presidente della Repubblica; insomma, di fronte a un quadro di questo genere,  può anche darsi… Si deve veramente drammatizzare fortemente la situazione politica per pensare che Grillo possa fare qualche cosa.[...]

Vedremo.