sabato 24 novembre 2012

La mia barista e la minestra delle primarie



LA MINESTRA DELLE PRIMARIE
(trascrizione fedele)

Stamattina al bar, entra una cliente e apre il giornale
Cliente - Ma ci sono le elezioni domani!?!? Che elezioni sono??
Barista - Per il nuovo governo. Penso.
Cliente - Ah
Barista - Eh
Cliente - Ma sono obbligatorie?
Barista - Boh
Cliente - Primariedelpiddì, partitodemocratico. Ah, quindi elezioni del pidì.
Barista - Ah, del pidì
Cliente - Ma non è arrivata nessuna comunicazione a casa
Barista - Destra, sinistra. E' tutta la stessa minestra

giovedì 22 novembre 2012

Le primarie e l'amalgama mal riuscita

Rispetto all'endorsement del Post a Renzi: 
Grande post del Post, lucido, efficacissimo, tipico di chi ha i famosi cinque minuti finali per convincere gli elettori. Io ho però come l'impressione che ci sia un vizio di forma in tutta la faccenda di queste primarie, che noi Tolau avevamo raccolto già a Cesena quando abbiamo raccontato chi erano i grillini, e cioè di che cosa sia effettivamente il Pd. Forse è tutto ancora fermo alla famosa "amalgama mal riuscita" di dalemiana memoria.
E' conclamato che gli ex Ds considerino il Pd il "proprio" partito, guardando con una certa insofferenza tutti i tentativi di incursione dei valori e dei parametri degli ex Margherita.
E poi c'è ancora tutta questa complessa zavorra dell'essere di destra o di sinistra, quella più moderna tra liberal o socialdemocratici e via dividendo rispetto alla visione del mondo.
E quindi Renzi, Bersani, Puppato e gli altri sono perfetti candidati, ma ognuno limitatamente alla propria idea di Pd (ma, per esteso, il centrosinistra), che non è mai quella degli elettori degli altri candidati. Sono tutte idee civili e di grande respiro, ma parlano solo a una porzione troppo ristretta della base che si intende rappresentare. Come un vegetariano che si faccia portatore degli interessi dei prosciuttifici di Langhirano.
Tutti invocano l'unità del partito all'indomani del risultato delle primarie, ma sappiamo tutti che si stanno affilando i coltelli per la resa dei conti interna post-urne. Vedremo.

martedì 20 novembre 2012

Il Pd, Grillo, gli inceneritori: l'eterna lotta con il fattore "dipende"


Tornando a casa dopo aver ascoltato Pippo Civati al teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, ripenso all'esempio che ha fatto sugli inceneritori lombardi. 
"Ne bastano 3, ma ce ne sono 11", dice Civati. 
Rifletto e concludo: questa è la tipica affermazione che il pubblico si aspetterebbe da Grillo, no? 
Non c'entra qui se questa aspettativa sia giusta o meno. 
La sostanza, ne converrete, è che l'aspettativa sia proprio questa. 
Se lo dice Grillo, ha ragione. 
Se lo dice il Pd, boh. 
Ma perché succede? 
Perché il Pd non risulta pubblicamente "anti" inceneritori? 
Forse non lo è? 
Il ragionamento su questa vicenda (da proiettare su scala nazionale) può partire da Parma, dove Grillo ha puntato moltissimo sul "no" nettissimo all'inceneritore. Il Pd, pur critico verso l'impianto, ha giocato sulla responsabilità dell'investimento ecc ecc. Insomma, si è messo simbolicamente "contro" Grillo (brutalizzo la questione, ma è per intenderci). 
E ha perso. Nell'immaginario, ha perso anche (non solo, ovvio) perché è favorevole all'inceneritore
Ma lo era davvero? Vale a dire, per esteso: il PD è favorevole agli inceneritori? E lo era anche a Parma? E lo sarà per il futuro? 
Vi propongo qui questo breve video  - incredibilmente pochissimo visto  - e questo articolo  per ricordare che Graziano Delrio (Pd senza se e senza ma) sostiene pubblicamente e serenamente la stessa posizione di Civati: in Emilia bastano due inceneritori (ce ne sono otto) e, comunque - aggiunge - l'inceneritore è una scelta ormai sorpassata, meglio puntare sulla differenziata. 
Lo dice lui: sindaco PD di Reggio Emilia e presidente Anci. Non Grillo. E lo dice Civati, che del Pd punta a diventare segretario nazionale.
E' indiscutibilmente una posizione PD autorevole, no? Ma se è così, perché - non dico sull'ambiente - ma almeno sugli inceneritori, il Pd non riesce  a trattenere quella quota di consenso che gli sarebbe dovuta e che invece Grillo gli scippa come si farebbe ad un bambino con le caramelle? Forse perché il Pd, su questo, non ha una vera posizione? Il famoso "dipende"?

Ricordate Dario Fo al termine del documentario "A furor di popolo" in cui si racconta il popolo della Woodstock 5 Stelle di Cesena del 2010? Nel Pd, dice Dario Fo, si ammazzano tra loro, inutile che gli altri (Grillo, ad esempio) gli si mettano contro, perché ci pensano da soli ad eliminarsi.

p.s Davide Lombardi, stamattina, mi fornisce la sua spiegazione: il Pd potrà anche manifestare qua e là la propria contrarietà agli inceneritori, ma alla fine non risulta coerente se poi, ai posti di comando di Hera e Iren (stabiliti anche dal Pd) si decidono invece strategie che vanno nella direzione opposta.



giovedì 15 novembre 2012

PARTITO PIRATA: "NOI CON GRILLO? MAI DIRE MAI..."

Il 17 e 18 Novembre i "pirati" e rappresentanti dei Partiti Pirata d'Europa si incontrano a Roma, per parlare della pianificazione della campagna elettorale comune nel 2014, della visione economica e politica congiunta del movimento pirata e di un'installazione paneuropea di Liquid Feedback. (QUI tutti i dettagli della due-giorni).  Raccontiamolo, allora, questo Partito Pirata.

Per raccontare il Partito Pirata italiano mi sono affidato a Daniele Monteleone (delegato al Consiglio Europeo dei Partiti Pirata), che ha fatto da mediatore con l'assemblea, a cui sono state sottoposte le domande.

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Quali sono, in estrema sintesi, i principali obiettivi del Partito Pirata?
Ci siamo formati alla difesa di diritti civili dei quali i nostri legislatori si sono scordati: il diritto alla segretezza della corrispondenza manca non solo nell'Internet, ma anche in ogni cellulare. Da quando non usiamo più carta e penna abbiamo accettato di non esercitare più tale diritto umano, civile e costituzionale, come se fosse necessario o ragionevole.
Ci siamo formati a combattere l'abuso dei diritti d'autore, usati per legittimare la mancata segretezza della comunicazione, usati per limitare la creatività e l'accesso alla cultura, ma anche per vietare la pubblicazione di documenti compromettenti in politica.
Ci siamo formati a combattere l'intrasparenza politica e per migliorare la democrazia e, alla ricerca di un tale miglioramento, abbiamo scoperto la democrazia liquida e abbiamo addirittura sviluppato gli strumenti per realizzarla.
Ci siamo accorti che gli strumenti che abbiamo sviluppato possono servire a combattere l'intrasparenza e la corruzione nella politica a livello mondiale. Tutti i grandi problemi che vediamo nel mondo, quelli economici, quelli ambientali, fondamentalmente provengono dall'ingiustizia e dalla corruzione. Combattendo per un modo onesto e veramente democratico di fare politica, arriveremo anche più facilmente ad una soluzione economica ed ambientale sostenibile, per vivere a lungo ed in prosperità su questo pianeta, con dignità, sicurezza e libertà per ognuno.

In Italia non siete ancora molto conosciuti, a differenza dei vostri colleghi tedeschi. Qual è secondo voi il motivo? E' solo questione di tempo?
In realtà siamo più giovani dei fratelli tedeschi,pur essendo nati prima. La differenza è che sino a poco tempo fa non ritenevamo di spenderci direttamente in politica, ma di limitarci a fare pressione sui politici. Questo ha portato un ritardo notevole nello sviluppo del Partito.

Avete mai tracciato un ipotetico identikit del vostro elettore? Età, sesso, zona geografica, professione, scolarizzazione ecc?
Certamente. L'età è oltre i diciotto anni, per il resto direi tutti coloro che sono stanchi del modello sociale nel quale viviamo, desiderano un maggior coinvolgimento e si rendono conto che essere fatalisti ed affidare il proprio futuro ad altri è penalizzante, ci porta ad una degenerazione del senso civico, della solidarietà e della condivisione di un mondo che è unico per tutti. I sondaggi in Germania dicono che il Partito Pirata non è di nicchia, credo che valga anche per noi.

Il partito Pirata si sta organizzando in vista delle elezioni politiche del 2013 con propri candidati?
Ci stiamo provando, certo che i paletti e la burocrazia con cui si difendono gli attuali partiti detentori del potere rendono la cosa molto difficile. Comunque è e sarà esperienza e ce la stiamo mettendo tutta.

Esiste la possibilità di una alleanza con il MoVimento 5 Stelle a livello nazionale? 
Mai dire mai, i risultati della democrazia diretta non sono prevedibili. Alle attuali condizioni e decisioni assembleari lo escluderei, dato che siamo decisamente su piani diversi di partecipazione, condivisione, metodologia e spesso su contenuti che non sempre ci paiono coerenti. Tutti hanno diritto di cambiare idea, ma alcune espresse e poi modificate paiono un voler seguire il vento piuttosto che governarlo.

Quali sono i temi e le politiche che vi accomunano con il MoVimento 5 Stelle? Quali vi dividono?
Ci uniscono la richiesta di trasparenza della pubblica amministrazione, diritto di accesso e partecipazione diffusa. Ci dividono tutte le questioni - per noi fondamentali - riguardo la privacy, i diritti civili e lo stato di diritto.

Grillo ha depositato il marchio "Pirati a cinque Stelle". Secondo la stampa, temeva un'alleanza tra voi e i "frondisti" emiliani del M5S. Lei cosa ne pensa?
Devo dire che è abbastanza difficile per noi riuscire a spiegare che, ponendoci in modo diverso nei confronti della politica e credendo in un modo diverso di fare politica e governare, non siamo propensi ad utilizzare vecchi metodi di politica. Si figuri che osteggiamo il copyright, quindi chiunque può fregiarsi del termine pirata, purché non pretenda di parlare in nostro nome, non pretenda di sostituirsi a noi. Siamo tutti pirati e signori, come diceva una nota canzone di qualche anno fa.

Esistono contatti ufficiali tra il Partito Pirata e Giovanni Favia? E con Valentino Tavolazzi?
Se qualcuno chiede aiuto, cerchiamo di accontentarlo. Riguarda Favia esattamente come riguarda altre forze politiche democratiche. Se ne parla poco, perché fa poca notizia, ma i pirati hanno aiutato anche la Lista Marano-Fava ad allestire Liquid FeedBack, in occasione della loro campagna per le regionali in Sicilia.

A Ferrara avete presentato "Liquid feedback". Credete che potrà davvero essere uno strumento per mettere in atto la democrazia diretta?
Liquid feedback è sicuramente uno strumento che, applicando l'algoritmo del metodo Schulze di calcolo del peso del singolo voto, porta a votazioni soddisfacenti. Importante anche la distinzione tra democrazia diretta e liquida. La democrazia diretta non è realizzabile ad uso quotidiano.
Comunque non dobbiamo dimenticare l'analfabetismo digitale, perciò allo strumento digitale dovremo affiancare coinvolgimenti diretti e reali con assemblee locali, consapevoli che il successo inciderà sul modo di fare politica e governo.

Siete favorevoli all'uscita dall'euro?
Il Partito Pirata non ha alcuna posizione sull'uscita dall'euro. Tutto quello che riguarda la politica economica è in gran parte indeterminato nelle risoluzioni assembleari. Siamo comunque orgogliosi di avere avviato un dibattito di intelligenza collettiva su questi argomenti per trovare soluzioni democratiche ai problemi che affliggono il Paese.

In che modo l'Italia, e più in generale le democrazie occidentali, possono provare ad uscire dalla crisi economica?
(A questa domanda risponde Daniele Monteleone in qualità di delegato al Consiglio Europeo dei Partiti Pirata). Stiamo lavorando congiuntamente con gli altri Paesi Europei. Infatti nel summit che ci sarà a Roma il 17-18 Novembre del Partito Pirata Europeo si discuterà anche la questione crisi economica con i nostri rappresentanti politici e altri ospiti autorevoli come Boldrin.

Per quale motivo il Partito Pirata ha questo nome?
Molto semplicemente abbiamo pensato di anticipare l'appellativo che c'avrebbero dato eventuali interlocutori. Siamo nati per impedire che Internet sia ridotta a un supermercato, privandola della libertà di condivisione delle idee e delle informazioni. Siamo convinti che la Rete sia il mezzo col quale si possa realizzare uno sviluppo sociale più equo e solidale, una nuova società che rispetti l'individuo allo stesso modo, qualunque sia la sua condizione di razza, di credo, di sesso o finanziaria.

Come si diventa soci, o simpatizzanti, o tesserati del Partito Pirata?
Simpatizzanti si diventa condividendone gli obiettivi, soci e tesserati lo si diventa certificando l'unicità dell'iscrizione, dato che il principio "una testa un voto" implica che non ci si possa iscrivere più volte, questo per onestà e per poter partecipare lealmente all'Assemblea Permanente.

Esistono già sedi locali del Partito Pirata? O l'organizzazione è totalmente su web? 
Si, ci sono sedi locali e ogni giorno cerchiamo di aprirne di nuove. Come pirati le sedi possono essere le più varie, dall'abitazione privata, al bar e alla sala comunale, i pirati si riuniscono dove più è comodo, hanno ben poche sedi fisse.

Esiste un "segretario" del partito, così come nei partiti tradizionali?  O l'organizzazione è totalmente diversa? 
L'organizzazione è assolutamente orizzontale. Fatte salve le responsabilità di legge, nessuno è più pirata di un'altro e non ci sono figure preminenti. Non abbiamo leader, ma solo pirati che propongono, votano o applicano le decisioni assembleari. Il software che utilizziamo per l'Assemblea Permanente ci permette di delegare chi crediamo più competente, ma ci permette anche di cambiare istantaneamente la delega o intervenire personalmente quando il delegato non rispecchia o crediamo non rispecchi più la nostra idea. Questo fa si che ci sia la massima libertà individuale d'esprimere il nostro voto, che è vincolante.

VESTIRSI DA CANI IN TEMPI DI CRISI



Credevo di aver capito che, in tempi di crisi, la gente risparmia più che può.
Non è detto che le persone non abbiano liquidità da parte, anzi, ma di questi tempi - credevo di aver capito - le spese superflue scompaiono. Ieri, alla cassa di un noto negozio, scopro i vestiti per cani di piccolissima taglia: 16,95€ per la felpa, 19,95€ per il maglione.
Ne venderanno pochissimi, penso (credendo di aver capito). Invece no, non avevo capito e scopro che  felpe e maglioni per cani non sono una spesa superflua.
La cassiera dice che nell'ultimo mese ne ha venduti quasi una sessantina. Ma nel negozio principale della città ne hanno venduti, sempre nell'ultimo mese, almeno tre volte tanto. Nell'ultimo mese, insomma, qui in città sono stati acquistati 240 vestiti per cani di piccolissima taglia, quasi tremila in un anno. Facendo una media dei costi, più di 53mila euro in vestiti per cani (solo a Modena città e solo per i cani di piccolissima taglia).
Insomma, ho capito che in realtà della crisi economica non ho capito granché, se duemilanovecento persone di questi tempi non se la sentono di essere così crudeli da negare una felpa con cappuccio al proprio cane.

giovedì 8 novembre 2012

Appunti per un Paese capra-capra-capra-capra



Centrosinistra e centrodestra pronti a guidare il Paese.

In Sicilia, Crocetta vince solo grazie all’alleanza con l’Udc, quella stessa Udc che ha appena bocciato alla Camera il testo base della legge contro l'omofobia. Renzi, intanto, dichiara che in caso di vittoria non farà alleanze né con Udc, né con Sel. In Lombardia primarie di fatto annullate per fare spazio alla candidatura di Ambrosoli, che punta a un “progetto civico”, con i partiti costretti a fare da tappezzeria. Vendola dice "mai con Renzi, né con Casini". Bersani e il bravo Fassina arrabbiati con Renzi per aver copiato il loro programma. Tutto giusto, ma soprattutto: quando si dice parlare chiaro agli elettori.

A destra irrompe il ticket Samorì-Sgarbi. Il primo spiega che la classe dirigente del Pdl "ha una visione estremistica delle politica"  e Libero gli attribuisce la frase "Nel Pdl sono tutti degli incapaci", il secondo è quello di capra-capra-capra-capra. Delusione per i pidiellini ai blocchi di partenza delle primarie, a forte rischio di annullamento prima ancora della definizione delle regole, su tutti la Santanché (quella che definisce la Boccassini “una metastasi della democrazia”). Quando si dice: per palati sopraffini.

Grillo continua a godersi lo spettacolo e ringrazia tutti, ma proprio tutti.



martedì 6 novembre 2012

Ascoltare i grillini, invece di parlare contro Grillo

Oggi, durante una conversazione privata, un notissimo attivista del MoVimento 5 Stelle, commentando la vicenda Salsi, mi ha detto: "Sono disperato. Dobbiamo riuscire a ribaltare la ratifica delle decisioni prese da Casaleggio"
Proteggo la sua identità per due motivi: il primo, personale, è che si trattava di una conversazione privata, quindi è una questione di buona educazione, prima che di deontologia professionale.
La seconda, è che scatterebbe immediatamente la famosa espulsione. Grillo rimarrebbe privo - ahilui- - di uno degli attivisti più in vista e più quotati (e meno sdraiati sulle posizioni del 'capo').
Niente di strano, comunque. I toni usati in questi giorni non hanno niente di differente dai "vaffanculo" urlati al momento della nascita del M5S. Sono elementi identitari del MoVimento, sono le parole d'ordine attraverso cui Grillo compatta la base e aumenta il consenso. E, da un punto di vista strettamente politico, è un'operazione assolutamente vincente. E continuerà così, perché è una linea che paga.
Vi immaginate il contrario? Grillo che cede sulle presenze in Tv e che garantisce briglia sciolta ai vari personalismi? O che accetta confronti pubblici? Il MoVimento morirebbe in una settimana. Quindi, come detto, nessuna sorpresa. Non parliamo di quanto questo sia giusto o non giusto, categorie peraltro labilissime in politica, da quando l'etica del "bene comune" è diventata merce rara. Parliamo solo di efficacia del modello. Tutti i partiti parlano alla propria base con i propri codici, con un linguaggio comune, con parole che hanno senso per quella base.
Sorprende, piuttosto, il fatto che i partiti tradizionali (o quel che ne resta) usino verso Grillo delle armi spuntatissime, come il richiamo al decoro del linguaggio, l'indignazione per l'affronto, il sarcasmo verso un programma considerato effimero, l'ironia verso le competenze. Insomma, l'anti-grillismo usato per abbattere Grillo. Che sarà totalmente inefficace, al pari dell'antiberlusconismo verso Berlusconi. Tutti gli "anti", infatti, sono paradossalmente il cemento che consolida il consenso verso chi si trova al centro del mirino. Da sempre.
Adesso inizierà il fiume di parole sull'impresentabilità del famoso decalogo. Che, effettivamente, è impresentabile, offensivo verso l'intelligenza delle persone, subdolo verso la libertà personale.
Vabbè, ma detto questo?
Quand'è che la politica, più che parlare contro Grillo, ascolterà i grillini?
In quel caso, forse, le cose potrebbero cambiare. D'altro canto, non lo dice lo stesso Grillo che la vera vittoria del MoVimento sarebbe la scomparsa del MoVimento stesso? Una scomparsa dettata dal fatto che il MoVimento non servirà più, perché la politica sarà tornata a fare il proprio mestiere.