lunedì 29 aprile 2013

Il regalo dei 101 a Berlusconi


"Io alla guida della convenzione per le riforme? Immagino di sì". Berlusconi mette le mani sul piatto della Bicamerale. Un regalo dei 101 del PD al Cavaliere.


domenica 28 aprile 2013

Allucinazioni Lettademocratiche all'uscita del tunnel dei neutrini

Straordinaria impresa delle Officine Tolau: percorrono il tunnel dei neutrini della Gelmini, oltre 2mila km!! Entrano di notte e escono al mattino successivo! Stranissime allucinazioni Lettademocratiche all'uscita del tunnel...



Chi ha sparato contro Palazzo Chigi?

La strategia della tensione è un vecchio metodo collaudatissimo in molti paesi del mondo, Italia compresa (pensiamo agli anni '70): creare il panico con stragi o altri atti terroristici verso cose e persone, favorendo automaticamente una reazione corale di sdegno da parte della popolazione, che si stringe intorno alle Istituzioni e ne approva automaticamente ogni atto legislativo urgente che - diversamente - non sarebbe mai stato digerito. E' successo tante volte anche in Italia, senza che le responsabilità siano mai state attribuite in maniera chiara, fatta salva la vaga attribuzione ai "servizi deviati". L'unica cosa che c'è da augurarsi, rispetto agli spari di fronte a Palazzo Chigi, è che questi non siano il farmaco artificiale per eliminare il malcontento popolare che serpeggia verso questo governo. E' un film già visto, speriamo, che non sia un remake. Speriamo che la mia sia solo dietrologia. Speriamo davvero, come si affrettano tutti a confermare, che l'uomo che ha sparato sia "solo" una persona che soffre per la perdita del lavoro e la separazione della moglie.

AGGIORNAMENTO - Su Repubblica.it il ritratto di Luigi Preiti, l'uomo che ha sparato. Un ritratto emblematico della disperazione di questi tempi. Le mie righe qui sopra, quindi, erano (come auspicavo) pura dietrologia. Ma la figura di Preiti racconta molto della tensione di questi tempi.

giovedì 25 aprile 2013

Ti investo sulle strisce pedonali E HO RAGIONE!



Un amico oggi mi ha scritto una mail per raccontarmi la sua disavventura sulle strisce pedonali. Una situazione in cui, pur avendo ragione al 100%, si innesca la spirale del "vaffà" alla velocità della luce. Ecco il suo racconto.

Inizio ad attraversare la strada lungo le strisce pedonali, ma arriva un'auto e mi fermo al piede del marciapiede.
ll mezzo passa e riparto.
Dalla curva vicino all'incrocio sbuca una Clio, io proseguo fino alla mezzeria ma la Clio non accenna a rallentare.
E' l'occasione che attendevo da una vita. Slurp!

Non ritorno indietro, ma mi fermo a metà strada ed attendo che l'auto mi svernici per assestarle un calcione alla fiancata posteriore (sapevo che la portiera sarebbe stata più delicata).

Finisco di attraversare l'altra metà di strada, sempre sulle strisce, ed inizio ad inveire, tra un misto di rabbia, adrenalina e frustrazione da pedone miracolato.
Il mezzo inchioda, innesta la retromarcia e mi vedo già definitivamente ed irreparabilmente steso e defunto da una Clio alla cui guida ci sarà sicuramente un culturista bosniaco, profugo e disoccupato.
Si abbassa il finestrino lato passeggero ed un'esile ragazzina sui 25 anni inizia ad urlarmi contro, mentre io, tentando inutilmente di aprire la portiera per salire sull'auto e rendermi così colpevole anche di minacce e lesioni (oltre che di danni all'auto), le rispondo per le rime in un susseguo di frasi sconnesse ed insulti che non ha senso riepilogare.

Ecco la parte saliente del nostro dialogo:

"Non ti permettere mai più di prendere a calci la MIA auto"
"Non uno ma dieci calci se la prossima volta non ti fermi mentre attarverso la strada sulle strisce, stronza!" (non mi pare di averle dato della troia e me ne pento)
"Sono uscita dalla curva e ti ho visto in mezzo alla strada, cosa dovevo fare?" (esilarante!!!!!!)

Mi domando quale sia la logica per cui, sbucando da una curva a gomito (20 Km/ora?) e vedendo a 50 metri un pedone in mezzo alla strada sulle strisce si debba accelerare e schivarlo invece che fermarsi.
E' capitato a tutti di farlo, (almeno a me), ma mi sono sempre sentito un verme poi.

P.S: Oltre a me c'erano anche altri 2 pedoni che hanno assistito in diretta alla scena e sono testimoni dell'accaduto (Uno dei due pedoni ha anche contribuito ad inveire, ma la sua colpa è di non avermi suggerito la parola TROIA al momento opportuno!).

Buona giornata :-))


mercoledì 24 aprile 2013

Mi ha colpito un lutto



Mi ha colpito un lutto: quello di Antonio Maccanico.
Mi ha impressionato, stamattina, leggere su Repubblica la pagina delle necrologie in ricordo di Antonio Maccanico. Numerosissime, le testimonianze di affetto e stima riempiono quasi due pagine.
E, in queste due pagine, Luigi Abete compare tre volte, rispettivamente nelle vesti di presidente dell'Assonime , presidente della Banca Nazionale del Lavoro  e presidente di Civita servizi.
Tre necrologie separate, ognuna - a suo modo - unica.
Ma sono tre.
E' evidente che gli automatismi ferrei dell'espressione pubblica del cordoglio hanno prevalso su quelli privati, sovraesponendo e moltiplicando il lutto dell'Abete "pluripresidente" e vanificando la partecipazione dell'Abete privato, che pure da qualche parte sarà stata espressa, servendo quindi al lettore la sensazione di una sorta di impermeabile catena di montaggio del commiato di cui, palesemente, lo stesso Abete è vittima inconsapevole.

lunedì 22 aprile 2013

Lettera aperta a chi guiderà il nuovo PD


Caro futuro segretario del PD, oggi un'amica, appassionata di politica sin dagli anni '70-'80, tenace sostenitrice del Pci e di tutto ciò che ne è stato nei decenni successivi, mi ha detto che non andrà più a votare.
"Lo faccio per responsabilità", mi ha spiegato.
Per responsabilità. Punto.
Brandita dai politici come motivo sommo a giustificazione di tutto quel che è successo in questi giorni, l'idea di responsabilità qui viene rivoltata come un calzino: "Non voterò mai più, perché io non voglio essere corresponsabile".
E' il classico episodio-spia, quell'elemento che ti avvisa che sotto, neanche così tanto in profondità, anche lo zoccolo duro dello storico consenso strutturato di tanta parte del centrosinistra si va lentamente sfaldando, in favore di un legittimo disimpegno e, corollario inevitabile, di un rancoroso disinteresse e di una chiusura nell'ultraprivato. Insomma, la lunga scia della famosa atomizzazione sociale.
Ed è una spia di cui a sinistra dovrebbero tenere conto con allarme, perché significa che si sta disfacendo l'area del consenso identitario, quella più profonda e simbiotica, quella in cui il voto viene (veniva) assegnato per osmosi, tanto forte è (era) la sensazione dell'appartenenza allo stesso organismo.
Quella simbiosi che, da sola, rendeva quasi superflua la necessità di ribadire il contorno dei sogni e degli obiettivi a chi riempiva le piazze durante i comizi. Era un voto automatico, identitario sul serio, segno di una delega in bianco basata sulla fiducia di appartenenza allo stesso universo di valori, di obiettivi, di aspirazioni.

A sinistra, caro futuro segretario del PD, serve poco irridere D'Alema e la sua micidiale definizione di "amalgama malriuscita" quando si trattò di sintetizzare il proprio pensiero sul neonato PD. Ma se proprio D'Alema fa venire l'orticaria, apra un giornale qualunque in qualunque giorno.

Ad esempio oggi, su Repubblica, Stefano Rodotà si riferisce al PD come a un "soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere un'identità peraltro mai conquistata". Il tetragono Macaluso, che di capacità analitica certo non difetta, sintetizza amaramente che "il Pd non è mai stato un partito. Un partito si chiama così perché raccoglie una parte che ha una certa visione della società. Questa visione nel Pd chi l'ha vista?".

Appunto, chi l'ha vista? Questa è la domanda delle domande.

Caro futuro segretario del PD, lei dovrà volare alto, altissimo. Dovrà tirarsi fuori dall'insidiosissimo pantano degli equilibri tribali del PD,  ripulirsi dalle scorie del dialogo-tutto-interno-al-partito e volare alto, altissimo, restituendo ai cittadini il dono prezioso di un'idea di Paese.
Torni nei luoghi della quotidianità, perché è lì che i cittadini vivono. E' lì che si colgono gli elementi che contribuiscono a definire l'idea di Paese a cui si ambisce.

Un
Idea
Di
Paese


sabato 20 aprile 2013

Domani va in scena il terrore di Grillo

La notizia di oggi non è l'elezione di Napolitano.
La vera notizia è che Grillo ha convocato la stampa (leggete le ultime righe del suo post).
Il giochino gli si è rotto tra le mani e ora nel MoVimento si insinua il dubbio che la piazza e il web non bastino più. Grillo fiuta l'esclusione totale dai giochi e capisce che questa potrebbe essere l'inizio della fine del MoVimento, un movimento abituato a seguire il Capo in tutto e per tutto, ma che a questo punto - dopo aver tirato la corda per due mesi - si trova fuori dal Palazzo, con la corda (spezzata) tra le mani.
Che fare? Il comico decide di riesumare la cara, vecchia stampa, i pennivedoli e i giornalisti, tutti morti e mummificati, ma per l'occasione nobilitati nuovamente a rango di interlocutori.
Vedremo.
p.s. Appello ai colleghi: fategli delle domande, ok?

venerdì 19 aprile 2013

Non abbiamo tempo da perdere

Mi ha colpito oggi la sequenza di foto sull'edizione online del Corriere della Sera. Moretti, Franceschini e Giovanardi. Tre foto, tutti e tre al cellulare. 
Franceschini anche mentre mangia. 
In piedi. 
Un pezzo di pizza. 
Mi è tornata in mente la vecchia storia della tecnologia che ci avrebbe dovuti liberare dal lavoro.

mercoledì 17 aprile 2013

Mi ha chiamato Bersani (giuro)


Mi ha appena telefonato Bersani.
"Allora, visto 'sta cosa di Marini"? - fa lui.
"Si, ma mi pare una tipica Potemkin", suggerisco.
"Una cosa"?, ribatte lui
"Niente, niente", gigioneggio io.
"Abbiamo fatto un scelta di responsabilità", dice fiero

Si, è una scelta di responsabilità, lo abbiamo capito. Ma allora, Bersani, leggiamo insieme la definizione di "responsabilità" di Wikipedia (che poi è di Nicola Abbagnano):

La responsabilità può essere definita come la "possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione"

Ecco, visto che sulla base di questa previsione la tua base ti fa capire che il Pd finisce stasera, c'è ancora tempo (cito solo la definizione, eh) di correggere il comportamento proprio sulla base della responsabilità

Insomma, Marini no, dai.

domenica 7 aprile 2013

Intervista al MoVimento 5 Stelle di Modena

MoVimento 5 Stelle di Modena: dopo una piccola trattativa, e a certe condizioni, accettano di farsi intervistare. Un sindaco a 5 Stelle in città? Chissà... Il Psc, i vitalizi ai consiglieri regionali, l'inceneritore, il Pd e il Pdl, uno sguardo in regione. Il rammarico per il mancato streaming da Napolitano. 15 minuti senza filtri.

Vauro e la parola d'ordine


giovedì 4 aprile 2013

Ho mandato un sms a Grillo (ma non credo risponderà)

Meno male che c'è Beppe, che chiede a tutti lo streaming quando si incontrano per parlare di cose che ci riguardano. Domani lo faranno anche loro, di sicuro. Dite di no? Io per sicurezza glielo chiedo.

martedì 2 aprile 2013

La scure della censura grillina cala (giustamente) sulla poesia

Vi dico subito che è un cazzeggio, quindi proseguite solo se non avete di meglio da fare.
Grillo mette "i puntini sulle i" con il tradizionale post quotidiano, ma in poche ore cancella il 10% dei commenti, cioè tutti quelli che al ditino alzato del comico hanno risposto con il dito medio.
In questo caso, però, fa bene, perché tale Sergio C., che si arrabbia perché il suo post è stato cancellato ben due volte, aveva buttato giù una poesiola con tanto di rima baciata che merita la nostra totale disapprovazione estetica.
Eccola (diciamolo, dai, meglio perderla).




PRIMA CHE IL MOVIMENTO 5 STELLE SI LIQUEFI COME NEVE AL SOLE
APPELLO A BEPPE GRILLO E AGLI ELETTI 5 STELLE.


IL TRENO STA PASSANDO, NON TORNERA’ MAI PIU’
SVANISCON LE RIFORME, CHE ASPETTIAM MILLE E PIU’.


L’ITALIA STA MORENDO, IL SOGNO SFUMA GIA’
TRAMONTANO LE STELLE E CHI CI SALVERA’.


E FAI PROGRAMMI E NOMI, PROVIAMO A GOVERNAR
SE OR NON LO FACCIAMO, NON TORNO TE A VOTAR.


IL CAIMANO GODE, SI RINGALLUZZERA’
SE OR NON GOVERNIAMO, CI RIDISTRUGGERA’.


DAI! … UN PO’ DI UMILTA’, SANO REALISMO E SOLUZIONI.
LA VERGINITA’, PURI E DA SOLI, PORTAN SOLTANTO A MERE ILLUSIONI
…… E AL DISASTRO DI NUOVE ELEZIONI. 


L’ITALIA STA MORENDO, IL SOGNO SFUMA GIA’ …….


Dialogo a 5 stelle (al bar)

Bologna, ora di pranzo.
Bar centralissimo, vagamente gruppettaro, economico, frequentatissimo.
Entra una coppia di giovani
Lui ha la barba, occhiali retrò. Il Corriere della Sera sottobraccio.
Lei ha i capelli lunghi, mossi. Il Manifesto nella borsa.
Si siedono, la cameriera chiede a lei di spostare la sedia solo leggermente, così tutti si possono muovere meglio.
Lei si sposta, solo un po' infastidita.
"Bello questo posto, sembra di essere a Parigi. E' tutto stretto, come nei bistrò", la consola lui.
Che bel modo di assorbire le rotture di palle, penso io, seduto a un centimetro da loro, mentre mi infliggo un cous-cous di verdure con troppa cipolla.
Lei beve Coca Zero. Lui spremuta d'arancia.
Aprono i giornali, leggono, commentano la faccenda dei 10 saggi di Napolitano.
Raddrizzo le orecchie, aspetto il commento finale.
Eccolo, è lei che parla.
"Beh, se i 10 saggi trovano un accordo e dicono che certi provvedimenti si potrebbero prendere, perché Napolitano non dovrebbe dare l'incarico a un 5 Stelle? Solo per ripicca?"

Solo.
Per.
Ripicca.