giovedì 7 luglio 2016

Scegliere

Posa il bicchiere di vino sul tavolino, lì in quella piccola osteria del centro, mi guarda e dice: "Avevo bisogno di tornare alla fatica della gavetta, perché il successo, il palco, i fans, tutte queste cose erano solo un'invenzione, non avevano a che fare realmente con la musica. Solo nella fatica della gavetta potevo ritrovare la passione, la bellezza della ricerca, la musica, l'amore in un certo senso, perché conta solo questo. Ed è per questo che adesso sto bene. Perché ogni giorno torno alla gavetta, ci posso mettere la passione e le paure dell'inizio, mettere tutto me stesso".
Abbandonata una decina d'anni fa la band con cui girava tutta l'Italia, ospite in tv, le foto sui giornali, ora scrive musica rispondendo solo alle sue corde, si prende cura di sei o sette allievi a cui trasmette il tormento interiore della musica suonata come si deve, e non si sente affatto solo tra le quattro mura dei jazz club semiclandestini in cui suona fino a tarda notte. Perché è quello che voleva veramente. Il coraggio di scegliere.