martedì 30 dicembre 2014

Calano i lettori, prevale il digitale: si arrende anche la Libreria delle Moline

A Bologna chiude la Libreria delle Moline, uno dei luoghi simbolo della città universitaria, meta per generazioni di studenti interessati a tutto ciò che non era "mainstream".
La serranda abbassata della libreria, unita a quelle di tante altre librerie, narra meglio di ogni altra immagine la crisi irreversibile di una filiera editoriale, quella composta da autore/editore/distributore/libraio.
Prevale la disintermediazione, trionfa il digitale, ma in ogni caso si legge sempre meno.
Qui la storia completa: goo.gl/JYqrc5 

lunedì 29 dicembre 2014

Honoré de Balzac e i clochard di Angoulême



Honoré de Balzac, nel meraviglioso "Le illusioni perdute", già nella prima metà dell'800 descriveva Angoulême con queste parole: "La maggior parte delle case di Angoulême alta sono abitate o da famiglie nobili o da antiche famiglie borghesi che vivono di rendita, e formano una specie di tribù autoctona in cui gli estranei non sono mai ammessi". Non c'è quindi molto da stupirsi di ciò che succede oggi in quella cittadina, dove il sindaco, Xavier Bonnefont, ha fatto installare le reti per evitare che i barboni «sonnecchino ubriachi» e scatenino risse. Qui la storia completa.

mercoledì 3 dicembre 2014

60 anni di giornalismo modenese nel libro di Giorgio Boschini

La rivalità tra Gazzetta di Modena e il Resto del Carlino, la parabola dell'Unità, le televisioni private e le radio della provincia. E poi le visite del Papa, l'epopea di Enzo Ferrari, l'avvento di internet e i moti del '68, passando per il caso Di Bella, l'assassinio di Marco Biagi, il primo modenese sullo Shuttle, la rapina della mala del Brenta alla Pinacoteca Estense e centinaia di altri fatti di cronaca. Questo, e molto altro, è "Tutti i particolari in cronaca - Percorso storico sul giornalismo modenese dal 1945 al 2005" (Il Bulino edizioni d'arte), il libro di Giorgio Boschini, che avrò il piacere di presentare sabato 6 dicembre alle 16,50 alla Sala Europa del Comune di Modena, in piazza Grande.
Boschini, che un'intera generazione di giornalisti modenesi associa principalmente alla sua attività di corrispondente RAI, è stato anche collaboratore de "Il Giorno" e responsabile della redazione modenese de "L'Avvenire d'Italia".
Quello di Boschini è un viaggio dettagliatissimo della nostra storia, che - attraverso la lente privilegiata delle redazioni dei giornali - narra i cambiamenti di una provincia e, di riflesso, di un'intera società
Nessun tratto nostalgico nella narrazione, al contrario, Boschini mantiene lo sguardo lucido per ricordare con la dovizia del cronista una quantità immensa di episodi che ha potuto catalogare grazie agli archivi delle redazioni e all'Archivio di Stato.
Ecco quindi la prima tipografia semiclandestina di Don Zeno Saltini in una canonica di Carpi, in cui veniva stampato il giornale della parrocchia, per passare poi alla narrazione dei crimini del dopoguerra. Appare poi Guglielmo Zucconi - che dalle colonne della Gazzetta di Modena irritava non poco la proprietà editoriale - per arrivare all''eccidio delle fonderie e al passaggio generazionale degli operai che - poco alla volta - imboccano la via dell'imprenditorialità diffusa.
Da Enzo Ferrari (e il suo rapporto con i figli) alle prime rivoluzioni nelle redazioni, dalle sentenze sul divorzio al terremoto del '96, da Monsignor Santo Quadri e Mario Del Monte a braccetto in corso Duomo alla scoperta del figlio di Palmiro Togliatti ricoverato in una clinica (lo scoop fu di Antonio Mascolo e Sebastiano Colombini), passando per Comix, Modena Mondo, La Voce, Nostro Tempo, gli uffici stampa degli enti pubblici e delle associazioni di categoria e tante altre testate, 245 pagine che raccontano un mondo - come suggerisce il titolo - ricco (ricchissimo) di particolari.