sabato 29 settembre 2012

29 settembre, stasera intervisto Nichi Vendola

Stasera intervisto Nichi Vendola, presidente di Sel. Appuntamento alle 19 alla sala Alfeo Corassori di Piazza Cittadella 36 a Modena. 
Parleremo di diritti civili e lavoro, di giustizia sociale e ambientale, di come contrastare la precarietà di giovani e meno giovani.
Naturalmente parleremo di politica, di primarie, di legge elettorale e di elezioni, anche se l'ipotesi di un "Monti-Bis" rischia di trasformare tutto ciò (primarie, elezioni ecc) in un esercizio di stile o poco più, dato che i giochi sembrano fatti. 
Se avete domande per lui, scrivetemi all'indirizzo stefano.aurighi@gmail.com, oppure sul mio profilo su Facebook

lunedì 17 settembre 2012

E' ufficiale: Berlusconi si candida, ma poi passerà il testimone al vero candidato

Berlusconi si candida a guidare il centrodestra alle elezioni del 2013. Non ha ancora dato l'annuncio ufficiale, ma la fonte è attendibile. Lo annuncerà prestissimo. L'annuncio polverizzerà tutte le candidature fiorite in questi mesi (Santanché, Alfano ecc). Il risultato, quindi, sarà di fare terra bruciata tra i suoi valvassori e riprendere il timone del centrodestra. Prima che il Pd scelga il candidato premier (con o senza le primarie), Berlusconi si ritirerà e lascerà il posto al vero candidato, a cui manca il nome, però c'è l'identikit: giovane (giovanile, via), vale a dire tra i 35 e i 50; liberal; rapporti frequenti con mercati e università USA.
Dopo aver provato (senza successo) ad arruolare Luigi Zingales, e aver servito a Renzi la polpetta avvelenata del gradimento pubblico dichiarato proprio ieri, l'attesa è per un nome pescato tra gli economisti di razza, anche se non notissimi al pubblico. Un candidato con questo profilo otterrebbe il risultato di idrovorare una quota consistente di voti al Pd, in particolare alla quota renziana. E il Pd a quel punto, indebolito il primo cittadino di Firenze, si ritroverebbe con un candidato premier "comunista" (Bersani, che è comunque in pole, ma è meglio dargli una mano...), spianando la strada alla "testa di legno" scelta dal Cav per giocare per l'ennesima volta una vittoriosa campagna elettorale contro i mangiatori di bambini.

giovedì 13 settembre 2012

La Lega Nord punta a candidare Favia nel 2013

Giovanni Favia e Manes Bernardini


La Lega Nord punta su Giovanni Favia per un grande progetto politico comune che ha come obiettivo un forte posizionamento sull’Emilia Romagna e, a medio termine, l’ulteriore potenziamento nelle altre regioni del nord.
I contorni dell’operazione per ora sono ancora in via di definizione, ma alcuni elementi sono già confermati. Regista dell’operazione è Manes Bernardini, il capogruppo della Lega Nord al Comune di Bologna, che l’anno scorso aveva sfidato Merola (Pd) al ballottaggio, ottenendo il 30,5% dei voti.
L’idea di Bernardini di una candidatura-Favia  in occasione delle elezioni del 2013 in una lista collegata alla Lega Nord, da alcuni considerata pura fantapolitica, è motivata da una serie di ragioni che nell’ambiente cominciano a circolare con una certa insistenza.

Innanzitutto i dati: il gruzzolo di preferenze personali di Favia alle ultime regionali (oltre 161mila voti, pari al 7% a livello regionale), fa gola a tutti, anche se per ora Favia ha respinto al mittente ogni corteggiamento. Dopo le recenti polemiche seguite al celebre fuorionda, Favia sarebbe infatti tentato di dare vita a un nuovo movimento (autonomo) che raccolga tutti i “frondisti” sul territorio  dell'Emilia-Romagna: in questa lista potrebbero sicuramente esserci Valentino Tavolazzi per  Ferrara e Raffaela Pirini per Forlì con il loro carico di preferenze. Ma la quota di insoddisfatti (emiliano-romagnoli, ma più in generale nel nord) verso Beppe Grillo è certamente molto più ampia e rappresenta una quota potenziale di voti significativa che Favia potrebbe “scippare” al MoVimento e portare in dote per il matrimonio con la Lega Nord.

Bernardini sottolinea poi il “nuovo corso” della Lega voluto da Maroni, una Lega 2.0 ancora in fasce, ma con idee già abbastanza chiare, su tutte l’abbandono della “Padania” in favore di un più generico “Nord”. Questo passaggio, che stempera il carattere secessionista leghista, sgombrerebbe gran parte dei dubbi residui dei “frondisti” grillini, che si troverebbero in sintonia con la Lega sui temi di maggior impatto simbolico e identitario, su tutti la lotta contro gli sprechi e contro la casta,  o la contrarietà ai governi tecnici. Il nord, inoltre, è bacino naturale di voti anche per il MoVimento, ormai forte di un elettorato trasversale a categorie lavorative e classi di età.
Lega Nord e M5S, giusto per dare un’idea del potenziale, alle regionali del 2010 avevano raccolto  insieme il 21%. Il dato, nell’ipotesi di un’alleanza Lega-Favia, risentirebbe negativamente di molti fattori, su tutti lo schianto dei consensi leghisti dopo l’affaire Belsito-Trota, ma potrebbe essere controbilanciato (almeno in parte) da quelli di Favia e del suo seguito.

Sullo sfondo, infine, lo scenario di un “nemico” comune a leghisti e “frondisti” grillini, cioè l’Europa e tutto ciò che ne consegue, a cominciare dall’Euro. Sarà un caso che proprio in questi giorni a Parma, nel nuovo feudo grillino di Pizzarotti (tentato dall’alleanza con Favia) si sperimenti una moneta locale? Una pratica addirittura più leghista della Lega, ma - guarda caso - in territorio 5Stelle. Basta solo un altro passo, e il matrimonio è cosa fatta?

(Su Repubblica.it del 15 settembre Manes Bernardini smentisce, ma io confermo che sulla base delle notizie in mio possesso lo scenario descritto era corretto)

Stefano Aurighi

martedì 11 settembre 2012

Un passo indietro da parte di tutti, per evitare di cadere nel baratro della crisi

Ma Monti non aveva detto che la fine della crisi è vicina? Ieri il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, a Ferrara non ha usato giri di parole: "Italia in grandissima difficoltà, serve un passo indietro da parte di tutti". Il problema, però, è che gli italiani si stanno dimenticando del "bene comune"...

sabato 8 settembre 2012

Pirini (M5S Forlì): "Espulsioni e liste, ecco come funziona"




Prima del fuorionda di Favia, già Raffaella Pirini (M5S Forlì) puntava il dito sulle modalità di gestione del MoVimento 5 Stelle, dalle "espulsioni"  alla formazione delle liste per le elezioni.
L'intervista, sino ad ora mai pubblicata, va online oggi, 8 settembre 2012.

lunedì 3 settembre 2012

Grillo detta l'agenda (e tutti noi dietro come pecoroni)



La politica si fa dettare l’agenda dai media da tempo immemorabile, creando uno scollamento abissale tra i cittadini e i partiti, i primi assorbiti da una quotidianità non sempre facile, i secondi attenti ai titoli e ai fondi dei giornali. Due mondi sempre più separati. E Beppe Grillo, di questi tempi, se la ride. Tutti i media, con un riflesso pavloviano, da anni si presentano armati di microfono quando il comico apre bocca. Da qualche tempo, però, accendono direttamente il megafono. E lui, senza fatica, guida il gioco.

Com'è possibile cascare con tutti due i piedi nella provocazione del presunto odio verso di lui e della sua possibile eliminazione fisica?

Ogni parola, denuncia, sbadiglio o corrente d’aria che esca dal suo blog entra direttamente nell’amplificatore del sistema dei media, che la condisce con il ditino alzato di chi si sente offeso dalle parole del comico e la serve  ai propri lettori ancora calda e fumante per sottolineare che questo Grillo questa volta ha proprio esagerato. E Grillo ha ragione a ridersela, perché ogni titolo indispettito su di lui, è una quota di consenso in più verso il MoVimento. E la ditta Grillo/Casaleggio lo sa. Gli basta uno schioccar di dita e il titolo ad effetto è garantito, con l’ovvio corollario di nuovi voti verso il MoVimento, perché Grillo - nella sostanza, anche se non nella forma - spesso ha ragione (si, si, anche lui fa delle cappelle clamorose, ma ci siamo capiti).  I partiti tradizionali e i media non devono ignorare Grillo. Ma quando lo mettono al centro del mirino, ci dev’essere un buon motivo, per rispetto dei cittadini, prima ancora che dei lettori.

Un esempio: che senso ha che Bersani, con tutte le cose che potrebbe dire in apertura della Festa Democratica di Reggio Emilia, se la prenda con “i fascisti del web”? Davvero il popolo della sinistra si aspetta che Pierluigi Bersani parli di Grillo? O si aspettano parole e programmi sul lavoro, la sanità, la scuola e il precariato? In questo modo Bersani non fa altro che compattare una base che è già compatta.  Ma come reagirà tutta quella quota di indecisi, a un passo dal mollare il Pd per approdare a Grillo?  Insomma, caro Bersani, non è una grande strategia. Lo hanno capito meglio a destra, dove Grillo lo studiano (ad esempio Berlusconi, che si sciroppa tutti i comizi del comico per assorbire un po' di quella carica comunicativa).

Possibile che non si riesca a recuperare una visione concreta sul Paese, dando ai lettori e ai cittadini le informazioni di sostanza, invece che la caciara quotidiana?

E’ il vicolo cieco dell’agenda dettata dall’esterno, che ci guida in una direzione, mentre il Paese va in quella opposta.

p.s. Nel PD, in più occasioni (qui e qui, ma ce ne sono molte altre), solo Pippo Civati ha proposto riflessioni "non urlate" su Grillo