giovedì 13 settembre 2012

La Lega Nord punta a candidare Favia nel 2013

Giovanni Favia e Manes Bernardini


La Lega Nord punta su Giovanni Favia per un grande progetto politico comune che ha come obiettivo un forte posizionamento sull’Emilia Romagna e, a medio termine, l’ulteriore potenziamento nelle altre regioni del nord.
I contorni dell’operazione per ora sono ancora in via di definizione, ma alcuni elementi sono già confermati. Regista dell’operazione è Manes Bernardini, il capogruppo della Lega Nord al Comune di Bologna, che l’anno scorso aveva sfidato Merola (Pd) al ballottaggio, ottenendo il 30,5% dei voti.
L’idea di Bernardini di una candidatura-Favia  in occasione delle elezioni del 2013 in una lista collegata alla Lega Nord, da alcuni considerata pura fantapolitica, è motivata da una serie di ragioni che nell’ambiente cominciano a circolare con una certa insistenza.

Innanzitutto i dati: il gruzzolo di preferenze personali di Favia alle ultime regionali (oltre 161mila voti, pari al 7% a livello regionale), fa gola a tutti, anche se per ora Favia ha respinto al mittente ogni corteggiamento. Dopo le recenti polemiche seguite al celebre fuorionda, Favia sarebbe infatti tentato di dare vita a un nuovo movimento (autonomo) che raccolga tutti i “frondisti” sul territorio  dell'Emilia-Romagna: in questa lista potrebbero sicuramente esserci Valentino Tavolazzi per  Ferrara e Raffaela Pirini per Forlì con il loro carico di preferenze. Ma la quota di insoddisfatti (emiliano-romagnoli, ma più in generale nel nord) verso Beppe Grillo è certamente molto più ampia e rappresenta una quota potenziale di voti significativa che Favia potrebbe “scippare” al MoVimento e portare in dote per il matrimonio con la Lega Nord.

Bernardini sottolinea poi il “nuovo corso” della Lega voluto da Maroni, una Lega 2.0 ancora in fasce, ma con idee già abbastanza chiare, su tutte l’abbandono della “Padania” in favore di un più generico “Nord”. Questo passaggio, che stempera il carattere secessionista leghista, sgombrerebbe gran parte dei dubbi residui dei “frondisti” grillini, che si troverebbero in sintonia con la Lega sui temi di maggior impatto simbolico e identitario, su tutti la lotta contro gli sprechi e contro la casta,  o la contrarietà ai governi tecnici. Il nord, inoltre, è bacino naturale di voti anche per il MoVimento, ormai forte di un elettorato trasversale a categorie lavorative e classi di età.
Lega Nord e M5S, giusto per dare un’idea del potenziale, alle regionali del 2010 avevano raccolto  insieme il 21%. Il dato, nell’ipotesi di un’alleanza Lega-Favia, risentirebbe negativamente di molti fattori, su tutti lo schianto dei consensi leghisti dopo l’affaire Belsito-Trota, ma potrebbe essere controbilanciato (almeno in parte) da quelli di Favia e del suo seguito.

Sullo sfondo, infine, lo scenario di un “nemico” comune a leghisti e “frondisti” grillini, cioè l’Europa e tutto ciò che ne consegue, a cominciare dall’Euro. Sarà un caso che proprio in questi giorni a Parma, nel nuovo feudo grillino di Pizzarotti (tentato dall’alleanza con Favia) si sperimenti una moneta locale? Una pratica addirittura più leghista della Lega, ma - guarda caso - in territorio 5Stelle. Basta solo un altro passo, e il matrimonio è cosa fatta?

(Su Repubblica.it del 15 settembre Manes Bernardini smentisce, ma io confermo che sulla base delle notizie in mio possesso lo scenario descritto era corretto)

Stefano Aurighi

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