lunedì 26 settembre 2016

Lì è dove andiamo a ballare

Ieri ero a Zerba, il comune più piccolo dell'Emilia-Romagna.
E' sull'Appennino piacentino.
Ha 76 abitanti, ma d'inverno ci vivono solo in 20.
E' in mezzo alle montagne. Ma proprio in mezzo. 
E c'è una strada che lo attraversa.
In una curva c'è il Comune. Alla curva successiva il bar. E alla fine della strada, dopo tante curve in cui c'è sempre qualcosa di importante per il paese, c'è la chiesa. 
C'è un sindaco (Claudia Borrè) e una giunta composta da due assessori.
Il Consiglio comunale - 10 consiglieri - si riunisce solo durante i week end, perchè nel resto dei giorni sono quasi tutti via.
Il Comune ha un dipendente. 
Ieri c'era la Festa di San Michele, la mostra dei prodotti della montagna, che poi è una festa in cui ogni abitante porta quel che ha coltivato nell'orto, o cucinato a casa. Torte, biscotti, ma anche formaggi, salumi, vino.
Per l'occasione la Pro Loco - che ha sede nella palazzina in cui c'è il Comune e anche un garage in cui hanno sistemato la mostra dei prodotti della montagna - la Pro Loco, dicevo, ha premiato gli espositori, regalando un contapassi, che camminare fa bene alla salute.
E Laura Chiappano, presidente della Pro Loco, chiamava con il microfono i premiati, uno ad uno:

La Cesarina!
Remo!
Tobia! Tobia dove sei? Non ti vedo. Ah eccoti. Ecco il tuo contapassi.
Lucianino!
Carlotta e Giampiero. Venite qui.
La famiglia Baccan!
La Rosaria! 
Bertino!

E a un certo punto non si vedono Mario, Angelo, Enrico e Aldo. Non ci sono. 
Ma non importa: "Per loro ritira Zeus", dice Laura. Zeus. 
E Zeus arriva, e ritira i quattro contapassi.

Che, insomma, qui non serve tanto il cognome, ecco. 

E mentre ascoltavo, uno di fianco a me dice: Si son dimenticati di me? 
Ma poi hanno premiato anche lui, che poi era il papà del sindaco attuale. 
E anche lui ha fatto il sindaco, per 24 anni. 

E mentre tornavamo verso valle, il sindaco ci fa vedere un'ultima cosa, quella che in città chiameremmo la zona sportiva, perché ci sono un campo da calcio, un campo da tennis, i giochi per i bimbi e una parte coperta per le feste.

"Lì è dove balliamo", dice Claudia Borrè.
Che è un modo bellissimo per andare alla sostanza delle cose.
Che succede solo nei posti che assomigliano tanto agli sbalorditivi racconti di Stefano Benni. 
Perchè Zerba, in effetti, è un racconto a cielo aperto.

sabato 10 settembre 2016

Quei coglioni degli emiliano-romagnoli che aiutano i terremotati

Il mio macellaio mi chiede dove sono stato questa settimana. 
"A Montegallo - rispondo - Nella zona del terremoto del centro Italia. Lì i volontari e i tecnici della Protezione civile dell’Emilia-Romagna e alcune imprese emiliano-romagnole - in un campo sportivo - stanno lavorando per far ripartire temporaneamente le attività più importanti: il municipio, la scuola, l'ambulatorio medico, la farmacia, la chiesa e la sede della Forestale".
"Ah, bello - sottolinea con sarcasmo - Siamo così ricchi? O siamo così coglioni?"
[Cerco una nuova macelleria - Si accettano consigli]