mercoledì 21 dicembre 2011

La cima più alta di Modena


Oggi la blogger Marlene ospita su Virgilio.it (di cui cura le pagine modenesi) una cosa che ho scritto a proposito dell'essere (più o meno) modenesi. Il link lo trovate qui, vi dico solo come comincia:  


A Modena non ci sono salite. Non ci sono discese.  Tutta pianura. I miei amici d’infanzia, quando vengono a trovarmi, mi chiedono: ma se ti metti un cartone sotto al culo, dove vai a scivolare? Sui cavalcavia della tangenziale?

domenica 11 dicembre 2011

Le letture degli italiani, tra santi, volanti e fornelli


E poi dicono che gli italiani non leggono. Invece leggono, eccome. E, quel che leggono, è lo specchio di ciò che sono (che siamo, dai). La classifica delle prime undici testate mensili più diffuse (dati Prima Comunicazione) fotografa l'Italia meglio di tante ricerche.


  1. Automobile Club - 684.983
  2. La prova del cuoco Magazine - 554.065
  3. Focus - 551.068
  4. Messaggero di Sant'Antonio - 516.626
  5. Al volante - 504.880
  6. Am Automese - 468.351
  7. Silhouette donna - 450.289
  8. Più sani più belli magazine - 405.063
  9. Casa Facile - 399.511
  10. Cucina Moderna - 395.154
  11. Glamour - 354.292




sabato 10 dicembre 2011

La solitudine dell'uomo-attaccapanni




Io li riconosco al volo gli uomini-attaccapanni nei negozi. Li riconosco perchè sono uguali a me quando vado a fare shopping. Noi uomini-attaccapanni entriamo nei negozi con l'animo già svuotato, rassegnati ad accompagnare fidanzate, mogli, figlie e amiche delle figlie sperando che il supplizio finisca al più presto. Cerchiamo di renderci utili offrendo le braccia su cui appoggiare interi campionari di merce prima della valutazione definitiva, ma non partecipiamo alla scelta di vestiti, sciarpe, borse o cappelli. E' una strategia per accelerare i tempi. E comunque l'esperienza ci ha insegnato che intervenire sarebbe inutile, perchè le donne non ti chiedono davvero un parere. Tutt'al più fanno domande riempitive, per colmare il silenzio mentre sono assorte di fronte agli scaffali, oppure per pietà verso gli uomini-attaccapanni.
L'altro giorno, ad esempio, ero in un negozio del centro. Mentre transitava da uno scaffale di maglie a collo alto verso un ripiano di maglie a girocollo, mia figlia mi ha guardato. Me ne stavo immobile come l'uomo vitruviano da cui pendevano mutande, coprispalla e felpe. Ho avuto il sospetto che mi facesse una domanda a caso quando mi ha chiesto: "Papi, ti piace questa musica da scimmioni"?
Come tutti gli uomini-attaccapanni, negli anni ho elaborato anche io un campionario di risposte-standard da utilizzare nei rari casi in cui mi chiedano davvero un parere.
La mia risposta standard preferita è: "Umh...".  E' una risposta perfetta, perché nella sua vaghezza scioglie gli ultimi dubbi di chi ha fatto la domanda. Ogni tanto azzardo "Però!", anche se è un'espressione piuttosto sbilanciata. Se proprio voglio rischiare, butto lì "Beh, figo, no?". Sono risposte calibrate, studiate nel tempo, fatte apposta per non lasciare spazio a ulteriori domande.
Gli uomini-attaccapanni si cercano con gli occhi,  si studiano a vicenda per imparare nuovi sistemi di sopravvivenza. Si consolano con sguardi silenziosi di comprensione reciproca. Ogni tanto, per sbaglio, vengono usati come attaccapanni dalle mogli degli altri attaccapanni, ma non protestano.
Gli uomini-attaccapanni sono persone semplici. Hanno un paio di scarpe per l'inverno e uno per l'estate. Se c'è freddo indossano un maglione, se c'è caldo mettono la t-shirt o una camicia. La vastità dell'offerta nei negozi li disorienta. Vogliono tornare a casa.
Di recente, in un megastore, ho tentato di affrancarmi da questa condizione. Ho pensato: "Adesso mi impegno davvero, ce la posso fare, ci devo solo mettere dell'entusiasmo". Mia moglie mi ha fatto vedere con grande orgoglio un paio di pantaloni che le piacevano: "E' un colore da morti", ho detto. Lei mi ha guardato, poi ha guardato i pantaloni, poi mi ha di nuovo guardato: "Ti preferivo nella versione attaccapanni".

mercoledì 16 novembre 2011

Monti, i tecnici della nazionale e i dubbi di Grillo...

Che gli italiani fossero tutti tecnici della Nazionale era noto. Oggi, però, pare anche che giochino tutti nella stessa squadra. Quale? Quella di Monti, ovvio. Tutti dalla parte di una sola squadra, quella vincente, tirandosela come ne fossero (appunto) il tecnico, l'anima, l'ispiratore.
Un semplice screenshot da Twitter (qui sotto) credo renda l'idea.
Anche i più tiepidi, ad esempio Vendola&Co, smussano platealmente gli angoli della loro retorica contundente usata durante il periodo della crisi. Nella metà campo avversaria rimane solo la Lega.

E, fuori dallo stadio, un inascoltato Grillo che in questo post sentenzia:

"Nessuno rimpiange Berlusconi, ma tutti dovremmo rimpiangere la democrazia. Se il Parlamento è composto da nominati da pochi segretari di partito, il professor Monti è stato eletto dallo spread".

Così, giusto per non dare troppe cose per scontate.


martedì 15 novembre 2011

Governo Monti, nominato il nuovo ministro tecnico degli Equilibri Finanziari

In attesa della lista completa, è certa la nomina del nuovo ministro tecnico degli Equilibri Finanziari, qui ritratto in una delle manovre più recenti.


domenica 13 novembre 2011

Mario Monti è Che Guevara

Se davvero le parole hanno un senso, Mario Monti è il nostro Che Guevara.


Io c'ero quando lui se n'è andato (Giuro,guardate qui)

Il 12 novembre 2011, quando Berlusconi si è dimesso, io c'ero. Ero a Castelnovo 'ne Monti (Re) nell'ambito di due giorni di formazione organizzati da Beppe Pagani.  Ero lì con Paolo Tomassone e Davide Lombardi per presentare ai partecipanti il nostro documentario "A furor di popolo" . E' stata una bella serata.

sabato 12 novembre 2011

Punti di vista: Crozza, Civati e le folle oceaniche

Magnifico Crozza, che con una perfidia leggendaria mette in croce un incolpevole Pippo Civati. Una foto (questa qui sotto) che noi Tolau avevamo scattato a Pippo mentre gli facevamo un'intervista, gli è valsa una sonora presa per il culo in diretta Tv.
Qui sotto la foto, la presa per il culo di Crozza, e... le cose che Pippo ci aveva detto in quell'occasione. Pippo, non odiarci :-)






giovedì 10 novembre 2011

Il mercato e le borse? Come l'onda del Vajont.

Prima di leggere, vi chiedo un favore personale:
Ascoltate le parole di Marco Paolini qui sotto, durano poco più di 2 minuti.
Poi, dopo, vi dico la mia a proposito della crisi economica. Buon ascolto (con le cuffie, meglio).

CLICCATE SUL SIMBOLO PLAY

"Arriva 'sto rumore come un treno in crescita, un treno che arriva. Cristo, se sta arrivando il treno! Mi tolgo dalle rotaie!! Ma dove vai, che dovunque ti sposti sei ancora sulle rotaie?"

E' un passaggio drammatico dello spettacolo teatrale "Vajont" di Marco Paolini.
La gente, quando capisce che l'onda sta per travolgerli, cerca una via di fuga. Ma non ce la farà nessuno, perché l'onda è grande come tutto il loro mondo. Tutti saranno travolti.
Ecco, a me 'sta storia della crisi economica, dello spread che impenna più di quanto facessi io con la mia mia bici quand'ero bambino, dei tassi che volano, dei default, della Borsa, delle manovre del Fondo Monetario Internazionale, insomma di tutto l'apparato economico-finanziario in ebollizione, mi fa venire in mente l'onda del Vajont. Cioè l'impossibilità della salvezza.
Non adesso, certo che no. Adesso ci salveremo tutti. I meccanismi di compensazione funzioneranno alla perfezione, quindi l'Italia, l'Europa, il mondo saranno salvi.
Ma - e qui sta il riferimento all'onda del Vajont - ho la certezza che siamo comunque in mezzo ai binari, è solo uno scarto temporaneo che rimanda l'inevitabile.
Si, inevitabile, perchè è il meccanismo di base che non funziona. Non può reggere. E questi correttivi sono solo palliativi. Leggete Rifkin, giusto per citare uno dei tanti osservatori che da tempo hanno chiarito in maniera inequivocabile che è finita con questo modello. E che noi siamo sulle rotaie. E bisogna quindi inventarsi un nuovo modello, senza però dimenticare di sottolineare che l'errore d'origine sta nell'idiozia di aver messo i nostri destini nelle mani del mercato.
Possibile che noi uomini passiamo una volta sola per questo mondo e ci inventiamo una scemenza come il mercato con il contorno velenoso di borse&affini? E che intorno al mercato giri tutta la nostra esistenza? Che il mercato determini le nostre fortune o le nostre esclusioni?
E' una schiavitù, quella del mercato, che non solo è idiozia allo stato puro, ma è anche un'idiozia morta e sepolta, perché il modello - da anni - non tiene più. E siamo tutti (tranne i soliti noti) su questi binari, formiche impazzite in cerca di una fuga impossibile dall'onda.
E' avvilente lo spettacolo del fiume di parole spese su tassi, movimenti bancari, governi di transizione, alleanze, piani di austerità, referendum ecc. Pioggia di placebo su un terreno ormai sterile.
C'è qualcuno che riesce a immaginare un nuovo modello di sviluppo per il futuro davvero diverso, in grado di metterci in salvo?

domenica 6 novembre 2011

Io non ho mai votato Berlusconi

Pare proprio che ci siamo. La fine politica di Berlusconi è ormai questione di giorni, forse ore. Ma anche si trattasse di settimane o mesi, l'era Berlusconi è definitivamente al tramonto.
Berlusconi lascia in eredità il berlusconismo: un lascito cupo, un manto di civismo deriso, di umiliazione istituzionale, di vassallaggio sessuale e di rincoglionimento mediatico che avvolgerà il Paese ancora a lungo.
Dal berlusconismo si uscirà solo attraverso la responsabilità individuale. Si, perchè la vera rivoluzione si fa nella quotidianità, facendo bene, responsabilmente, la propria parte, personale e professionale. Non è moralismo: si chiama etica della responsabilità.
Tante responsabilità individuali fanno una responsabilità collettiva, che è esattamente ciò di cui l'Italia ha bisogno per rinascere.

martedì 1 novembre 2011

La mia banca mi presterebbe 7mila euro, ma poi ne vorrebbe indietro 9726: + 40%

Quando il telefono squilla, ho appena immerso il cucchiaio di legno nell'acqua bollente, pronto a recuperare uno spaghetto per saggiarne la cottura. Eccheppalle, sempre all'ora di pranzo chiamano per proporti nuovi contratti telefonici.

Vabbè, vediamo.

Aiuto! Sul display appare il numero della mia banca. Non il centralino, proprio il numero della mia filiale. Avrò fatto qualche casino? Il mio rosso in banca è troppo rosso? Cosa c'è di così urgente da chiamarmi a casa all'ora di pranzo? Non è mai successo in vent'anni.

Sfodero un "pronto?" sicuro, da uomo innocente ed integerrimo, deciso a vendere cara la pelle e a non far scuocere la pasta.

"Signor Aurighi?"
Qui non posso negare: "Si, buongiorno".
"Buongiorno signor Aurighi, è la filiale XYZ della Banca XYZ", dice una voce femminile cortese e davvero gentile.
Penso tra me e me : "Vabbè, fin qui lo sapevo".
"Signor Aurighi, il suo nome risulta tra quelli..."
Mi cade il cucchiaio nell'acqua bollente. Sta a vedere che ho fatto davvero qualche casino.
"Il suo nome risulta tra quelli a cui la banca ha deciso di fare..."
"Un mazzo così", penso.
"...un prestito a condizioni favorevoli".

Fiuuuu, sfiato. Sereno. Gli spaghetti cominciano ad ingrossarsi, sono già grandi come cannucce per la cocacola. Mentre provo a recuperare il cucchiaio rischiando ustioni di gravità inaudita, dall'altra parte del telefono mi spiegano che se desidero realizzare qualche progetto è il momento giusto.

"Le è già arrivata la lettera della banca? Nella lettera sono spiegati tutti i dettagli di un prestito di 7mila euro a condizioni esclusive". Prendo la lettera, che non avevo ancora aperto, e che è lì sullo scaffale all'ingresso.

Con una mano tengo la lettera, con l'altra il telefono, con un'altra mescolo la pasta.
Scopro di avere tre mani.
Apro la lettera mentre la voce gentile mi dice che questa offerta si intitola "Cogli l'attimo", che è poi un modo per dire che se non ne approfitti sei un minorato mentale.
L'offerta è chiarissima: propongono un prestito personale di 7.000 euro, rimborsabili in 72 rate da 136 euro. Con una mano (scopro di avere quattro mani) faccio due conti con la calcolatrice.
136 euro moltiplicato 72 fa 9.792.

In pratica la banca mi aiuta a realizzare i miei progetti prestandomi 7mila euro, ma ne vuole indietro 9792, cioè 2792 euro più di quelli che mi ha prestato.

Vuole il 39,88% in più.

Ringazio e declino l'offerta.

Torno ai miei spaghetti, anche loro sono aumentati del 39,88%, ormai grandi come lattine di redbull.

domenica 30 ottobre 2011

Il discorso di Renzi è stato scritto da Beppe Grillo



Al netto della retorica piaciona e delle ovvietà sparse a piene mani, quello di Matteo Renzi al Big-Bang di Firenze è stato un discorso che sembrava scritto da Beppe Grillo.

Certo, il giovin Matteo non parla con il microfono nelle viscere come Grillo, che schiuma furore ad ogni sillaba. Però è evidente: dietro la forma scanzonata dell'accento toscano, che ingentilisce anche i sassi, passa la sostanza poderosa del grillismo di Renzi, applaudito proprio nei passaggi-chiave che sono così poco Pd e così tanto Cinque Stelle.

Facciamo il gioco delle analogie con il grillismo? Facilissimo.
Dice Renzi: “Smetteremo di pensare che si può vivere oggi pensando che si può lasciar da pagare a quelli che verranno dopo. E su questo la vera sfida sarà la questione ambientale”. Ma va? Pare di averla sentita altrove prima che dentro il Pd. Era ora, comunque.

Vogliamo parlare dei partiti di oggi? Per Grillo sono “tutti morti”. Renzi non solo avvalla la tesi, ma scolpisce sul marmo i risultati dell’autopsia. Dice infatti:
“Il modello di partito democratico per cui: ci sono i dirigenti del partito, che danno la linea agli eletti che stanno nelle istituzioni, i quali eletti sono poi chiamati a fare il volantinaggio per spiegare agli elettori quello che devono pensare, andava bene nel '900. E’un meccanismo che non funziona più. Aver scelto le primarie non è soltanto un modo diverso di selezionare la classe dirigente: significa il ribaltamento. Significa che sono gli elettori, che oggi hanno più forme di partecipazione, che scelgono gli eletti. Non li nominano col casting, li scelgono. E quando li scelgono vanno poi a muso duro a dirgli: questo non l'hai fatto”.
Dai, non facciamola tanto lunga, questa è l’idea-cardine di Grillo per cui i politici non sono solo i nostri rappresentanti, ma sono innanzitutto i nostri dipendenti. E’ spaventoso, piuttosto, quanto tutto ciò sia ovvio per qualunque persona di buonsenso, ma divenga rivoluzionario e pirotecnico quando a dirlo è un uomo del Pd.

E il web? Qui Renzi è più grillino di Grillo: ” Il partito prova ad aprirsi alla società. Come? Andando incontro alle persone nei luoghi dove le persone stanno”. E che questi luoghi siano sempre più virtuali non lo spaventa. Lapidario, così risponde a chi gli contesta la centralità del web rispetto alla politica e all’incontro con gli elettori: "Trovatemi un altro posto dove passano 22 milioni di italiani, e io cancello Facebook. Ma finché le persone stanno su Facebook, io vado a cercarle su Facebook". E, in coda, il progetto WikiPD sul modello Wikipedia, esattamente il terreno su cui Grillo e i suoi muovono i loro passi da anni.

A me Renzi non convince per molte ragioni, ma qui il discorso è un altro: per scaldare i cuori della base del Pd servono anche i temi che Grillo ha scippato alla sinistra. Per colpa della sinistra, sia ben chiaro.
E' per questo che Pippo Civati ha ragione ad insistere - da tempo - quando chiede al Pd di studiare Grillo, di capirne le ragioni e inserirle dentro l'azione politica del Pd, così da riportare quei voti a casa. E adesso che anche Renzi fa proprie queste ragioni, non dovrebbero esserci più alibi.

venerdì 21 ottobre 2011

Rimetti a noi i nostri debiti - Il film delle Officine Tolau sugli Indignados




Sabato scorso eravamo a Roma, a seguire la manifestazione degli Indignados. Eravamo lì - telecamere in spalla e microfoni aperti - per girare il nostro nuovo documentario:  "Rimetti a noi i nostri debiti", il racconto di questo movimento, dei suoi sogni, le rivendicazioni, le novità, il cuore.

Ce lo ha commissionato Pippo Civati, in qualità di responsabile del Forum Nazionale del Pd "Nuovi linguaggi e nuove culture". Pippo ci aveva già chiesto l'anno scorso di collaborare con lui, commissionandoci un documentario per raccontare  il Movimento 5 Stelle. Quel racconto è diventato il documentario "A furor di popolo".

Quello che vedete qui è solo il trailer del documentario sugli Indignados, che pubblicheremo online entro fine novembre, ma crediamo che sia già un buon indicatore, in termini di contenuti, di quello che sarà il risultato finale. Il trailer sarà proiettato in piazza Maggiore a Bologna sabato 22 e domenica 23 ottobre nel corso della manifestazione "Il nostro tempo", promosso da Pippo Civati e Debora Serracchiani.

A Roma sappiamo tutti com'è andata. Il mondo dell'informazione, (quasi) inevitabilmente, si è concentrato solo sulla cronaca degli scontri. Ma siatene certi, c'è anche un'altra storia da raccontare, che non ha niente a che fare con la violenza. Ha a che fare con l'idea di un Paese diverso. Che noi proveremo a raccontare.

lunedì 17 ottobre 2011

"Modena al cubo". Il documentario di Veronesi è online.

E' online "Modena al cubo", il documentario di Gabriele Veronesiche analizza le politiche urbanistiche di Modena di questi ultimi anni, a partire dal documento "Modena Futura" dell'assessore Daniele Sitta. Un documentario molto atteso, che ha già diviso la città. Comunque la si pensi, è da vedere.

mercoledì 21 settembre 2011

Ugo Cornia podista con effetto Doppler

Il sommo Ugo Cornia
L'impossibile esiste, è un'allucinazione che ti ripara l'anima, che ti restituisce la capacità di sognare.
L'altra sera, lungo la ciclabile che costeggia l'Esselunga, arrancavo verso casa. Ero alla fine dei miei 6 km di footing che mi infliggo quasi ogni giorno, quando ho tempo. Un paio di volte alla settimana, se ne ho poco (di tempo).
E arrancavo verso casa, che di chilometri ne mancavano ormai pochi, tipo uno e mezzo. Ma ero davvero fuori forma.
Pensavo alla tartaruga, quella scultura fatta di addominali che scolpisce l'addome degli uomini duri e puri. E mi dovevo rassegnare allo sballonzolìo della mia pancetta da impiegato che faceva blobomblobomblobomblom ad ogni passo, a ricordarmi che di tartarughe qui manco l'ombra.
E mentre arrancavo, con il sudore che scendeva dalla fronte giù giù dal collo verso la pancia blobomblobomblobom, appare all'orizzonte un tizio che corre nella direzione opposta. Porca vacca se corre. Mica sposta un passo dopo l'altro, come faccio io, allucinato dalla fatica, che pare che debba togliere le scarpe dal cemento gettato di fresco. No, lui no, lui vola su falcate possenti, roba da due metri e mezzo l'una. CORRE, altro che. Ma è il dettaglio dei capelli che impressiona. Ha i capelli lunghi, al vento, che lo inseguono dritti e paralleli al terreno, tanto va forte. Cazzo, devo correre di più, voglio essere uno che corre come lui. Che poi, a guardar bene, non è mica tanto più giovane di me. Anzi, guarda là. Ha gli occhiali, come me. E tutti i miopi fanno footing con gli occhiali, altrimenti si schiantano sui fittoni piantati in mezzo ai marciapiedi. Oppure salutano a caso, pensando di aver riconosciuto chissàchi.
Insomma, dicevo, non è tanto più giovane. E poi, guarda lì, ha i capelli brizzolati. Lunghi, ma brizzolati.
Non avrà il Grand Canyon della mia stempiatura, ma la sua chioma è comunque grigia. Quindi, dove corri, dai.
E poi quando siamo vicini, penso: ma io questo lo conosco. E mentre ci avviciniamo, lo penso sempre di più: lo conosco, lo conosco, MA CHI SEI? Non mi ricordo, chi sei? E poi, proprio mentre ci incrociamo, mentre il mio passo pesante ed elefantiaco incrocia la sua falcata felina, lo guardo negli occhi, ci guardiamo negli occhi e ci riconosciamo!!!!! Insomma, io lo riconosco, perché lui non ne sono tanto sicuro (che mi riconosca).
E in meno di un secondo tutte le mie sicurezze granitiche sulla figura degli intellettuali, di quelle persone che disprezzano la cultura del corpo, degli scrittori maledetti che ad una nuotata preferiscono una piada imbottita di lardo e grana, ad una passeggiata al parco una canna, ad una corsa una bottiglia di lambrusco, si squagliano come l'aceto balsamico industriale.
E' UGO CORNIA, il mio scrittore preferito. Anzi, è UGO CORNIA CHE CORRE. CHE CORRE FORTISSIMO.
Urlo: Ciao Ugo!!!!!! e mi volto indietro, perchè nel frattempo ci siamo incrociati ed ognuno ha continuato a correre per la propria strada. E lui replica:
cccciiiiiIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAOOOOOOOOOOOOOOOooooooooooooooooooooooooooooooo.
Cioè, non un ciao lunghissimo, ma un ciao con effetto doppler, tipo la sirena dell'ambulanza, che prima la senti pianissimo, poi sempre più forte, poi fortissimo quando ti passa di fianco e poi di nuovo piano e così via. Che, in sostanza , vuol dire che quell'ambulanza è passata velocissima.
E così ha fatto Ugo Cornia. Me è passato di fianco veloce come un'ambulanza.
Che io, Ugo, l'ho sempre visto camminare, mai neanche trotterellare. Camminare, punto. Camminare alla velocità di circa 3 Km orari, sui marciapiedi di Modena, con la paglia in una mano e un libro nell'altra. E i suoi capelli saldati alla camicia, all'altezza delle spalle.
Invece lì volavano.
L'Ugo Cornia podista mi ha scosso.

venerdì 26 agosto 2011

Artisti di strada a Parigi 2011

A Parigi ho visto musicisti e giocolieri, acrobati e street dancer, mangiafuoco e fabbricanti di bolle giganti. Parigi è un teatro a cielo aperto, le sue strade un palcoscenico infinito.

giovedì 25 agosto 2011

Scherzare con il fuoco a Parigi

Giada e Nadia sono due giovani artiste di strada originarie della Sardegna. La loro specialità è quella dei giochi con il fuoco. Le abbiamo incontrate a Parigi, nel cuore del Quartiere Latino, al termine di una loro esibizione: "Ci spinge la passione. Facendo l'artista di strada non ti paghi il mutuo - dicono - ma hai l'occasione di incontrare tantissimi altri artisti e conoscere culture diverse".

lunedì 15 agosto 2011

Quel figlio mongoloide, stupido e deficiente


Pura cronaca, senza aggiungere particolari. Niente di inventato, neanche una parola.
Dolomiti, pochi giorni fa. Un rifugio ai piedi di una delle cime più spettacolari dell'arco alpino.
Dopo due ore di cammino arriviamo al rifugio e ci sediamo ad un tavolo, fuori.
Tantissima gente sui prati, tante famiglie.
Su tante voci che si accavallano, una prevale nettamente su tutte:
"Sei matto???????????? Ti ammazzi!!!!!!! Vieni giù di lìììììììììì!!!!!!!! Daiiiiiii!!!! Ti ammazzi!!!!".
I richiami di una madre al figlio di tre-quattro anni (che si sta arrampicando su un masso) si sentono per tutta la valle. Tutta la gente (centinaia di persone) si gira in direzione delle urla.
I nostri vicini di tavolo ridacchiano. Capiamo, dai loro commenti, che quella madre urla da ore per ogni cosa che succede ai figli.
L'urlatrice, dopo pochi minuti, si fa sentire di nuovo: "Chiamo la Polizia!!!!!!!!!!!!!". Suo figlio ha deciso che quel masso gli piace ed è sordo ai richiami di sua madre, che medita (a suon di decibel) di rivolgersi alle Forze dell'Ordine, lassù a 2000 metri. Forse servirà, pensa. Un'amica dice all'urlatrice che forse non è il caso di allarmarsi, di urlare. Lei replica con un altro urlo che si perde verso il fondovalle.

Un'ora più tardi scendiamo verso la macchina.
La comitiva dell'urlatrice ci precede di un centinaio di metri.
C'è fango, il sentiero è quasi impraticabile per due o trecento metri. Bisogna camminare appena fuori dalla traccia principale per non affondare nel fango fino a metà polpaccio.
L'urlatrice ha di fianco il secondo figlio, di circa otto anni, che è un po' in difficoltà. Niente di strano, insomma, tutto normale. Un bimbo di otto anni che cammina cercando di non scivolare.
Ma si scivola, scivolano quasi tutti. Non c'è pericolo, semplicemente si scivola e si finisce con i piedi nel fango. Tutto lì. Una rottura di scatole, niente di più.
A un certo punto, l'inevitabile.
Il bimbo scivola. Si appende istintivamente alla prima cosa che ha a portata di mano: il braccio della madre, l'urlatrice. Il bimbo, nonostante la presa, scivola del tutto e si porta dietro la mamma.
Un abbraccio che trascina tutti e due nel fango, come nelle comiche, ma - ci rendiamo conto - non c'è tanto da ridere.
L'urlo della mamma parte già durante il rotolamento:
Daaaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiii
Ecccccccoooooooooooooooooo!!!!!
Alla fine della scivolata, la raffica:

TE L'AVEVO DEEEEEEEEETTTTTTTTTTTOOOOOOO!!!!!!
La gente nei sentieri di ferma a guardare, è uno show.
STUPIDO!!!!!!!!!!
SCEMO!!!!!!!!!
MONGOLOIDE!!!!!!!!!!
PORCA TROIA!!!!!!!!!!
CRETINO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
DEFICIENTE!!!!!!!!!!

Il bimbo di otto anni, rialzandosi, abbozza una risposta, ma ogni volta che apre bocca viene zittito:

mah...
STUPIDO!!!!!!!!!
è che...
STUPIDO!!!!!!!!!
però...
STUPIDO!!!!!!!!!
però io...
CRETINO!!!!!!!!!
CRETINO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
GUARDA QUA, TUTTA LA ROBA ROVINATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
Si toglie la felpa, macchiata di fango, e riparte lungo il sentiero.
Il figlio, mogio, dietro.


mercoledì 10 agosto 2011

2/3 di Officine Tolau sulla Ferrata Strobel

Tolau doveva essere, invece è stato ToAu, senza la "elle". Davide non c'era. Non c'era la sua Elle di Lombardi. E così le Officine Tolau si sono arrampicate lungo la Ferrata Strobel orfane del sosia di Sting. Ma noi (ToAu) lo abbiamo portato idealmente con noi. Guardare fino in fondo per credere.

giovedì 4 agosto 2011

Bonaccini, Marino e il rischio di una base Pd berlusconiana

Stefano Bonaccini
Che pena vedere il berlusconismo che fa proseliti anche nella base del Pd.
Non Berlusconi. No, no. Il berlusconismo.
Ma dovevamo aspettarcelo. Ha ragione, infatti, chi dice che il berlusconismo è peggiore di Berlusconi. Perchè Berlusconi è uno, ma il berlusconismo è ormai trasversale ad un paese intero. E rischiamo di non liberarcene mai più. Ha le sue regole, banali ed avvilenti, un vero e proprio kit di argomenti pronti per tutte le evenienze, che riconducono sostanzialmente ad un unico concetto di fondo: è tutto un complotto.

Antonino Marino
Insomma, mica male se si è a corto di argomenti o, peggio ancora, se gli argomenti ci sono, ma stare lì a spiegarsi è uno sforzo inutile e faticoso. E allora meglio buttare tutto in vacca, urlare sempre e comunque, puntare l'indice verso i cattivoni che mettono i bastoni tra le ruote ai buoni.
Sono i meccanismi della tv commerciale traghettati in politica, magistralmente descritti da Massimiliano Panarari nel suo celebre "L'egemonia sottoculturale. L'Italia da Gramsci al gossip" (chi non lo ha letto si ritenga colpevole, perchè è un libro imperdibile per capire dove siamo finiti).

Nella vicenda che vede coinvolti il segretario regionale Pd dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l'assessore comunale al Patrimonio (Modena) Antonino Marino e un paio di dirigenti ed ex dirigenti comunali per una serie di presunti reati (turbativa d'asta, violazione del segreto di ufficio, abuso d'ufficio), succede proprio questo: la base Pd, o quantomeno quella più istintiva e sanguigna che commenta a caldo la faccenda sui principali social network, schiuma rabbia verso la magistratura e i giornalisti.

Qualche esempio preso da Facebook, per capirci:

  • "sarebbe bene che anche i magistrati cominciassero a rispondere dei loro errori e della loro "disinvoltura"
  • "sono quelli de Il Cesso Quotidiano che cercano, nelle ultime settimane di imitare Libero e Il Giornale. Sono loro che si avvicinano (ma visto l'editore non mi sorprende) a zio Tibia, Feltri e Belpietro. Io Il Cesso Quotidiano lo compravo e mi ero anche abbonato. Ora basta. Travaglio ha le sue ambizioni e le sta coltivando a spese dei lettori"
  • "...mischia vicende gravi e tragiche a normalissime e banali vicende amministrative in modo iperstrumentale, giornalismo d'accatto e servile. Servile e strumentale al disegno politico in atto"
  • "...credo che il punto sia sapere se la notizia è vera o si è messa in moto una qualche macchina del fango tesa a screditare una parte politica".
  • "Lo STRAFATTO QUOTIDIANO è PEGGIO di Libero e il Giornale: quelli almeno fanno quel che fanno perché glie lo ordina il Padrone del Vapore"
  • "...travaglio vuole aumentare le vendite del suo giornale, allora cosa c'è di meglio che dare adosso al pd che ora è il primo partito?"
  • "mi pare una bolla rimescolata e enfatizzata da questi strani tempi che viviamo, dove ormai è facilissimo fare il tiro al bersaglio"

E' o non è una reazione in puro stile berlusconiano? Lo è a tal punto che i primi a prendere intelligentemente le distanze sono proprio Bonaccini e Marino. Bonaccini su Facebook scrive: "I giornalisti facciano il loro mestiere, i magistrati pure. E io ho piena fiducia nel lavoro dei giudici".
Parole semplici, ma che dicono una cosa di grandissima rilevanza: ad ognuno il proprio ruolo.
E proprio qui sta la differenza tra il berlusconismo - che trascina in un gorgo mefitico tutto e tutti - e chi, al contrario, rimane dell'idea che le regole e il rispetto dei ruoli - a partire da quello delle Istituzioni - siano i fondamenti della democrazia.

Se anche la base del Pd scivola sul piano inclinato della critica gossippara, allora non c'è più niente da fare, moriremo tutti berlusconiani.

A Bonaccini e a Marino, che conosco da vent'anni, vanno naturalmente la mia stima e la mia solidarietà.

giovedì 28 luglio 2011

Modena, dimentico il casco: scooter fermo due mesi

Il mio scooter appiedato
La vera punizione me l'ero già inflitta da solo: un flash istantaneo (ma concretissimo) a pensare quanto sono davvero suonato. Ma la Polizia Municipale di Modena ha fatto la sua parte, aggiungendo a questa autoflagellazione (simbolica) la sostanza: 76 euro di multa, 5 punti di patente, fermo amministrativo dello scooter per due mesi.
Le cose sono andate così: il 27 maggio esco di casa al mattino, salgo sullo scooter e parto verso la stazione, dove mi attende l'ebbrezza quotidiana della tratta Modena-Bologna. Mi sento libero e giocondo, quasi avessi il vento tra i capelli.
Dopo un minuto mi affianca la pattuglia mista (un uomo, una donna) della Polizia Municipale in moto. Mi fanno cenno di accostare.
Io penso: "Perdo il treno".
Lui (l'agente maschio) dice: "Accosti".
Io, all'istante, realizzo che quella del vento tra i capelli non è una sensazione così campata in aria perché, effettivamente, sono senza casco. Penso (appunto) che sono suonato e mi illudo che basti  indossare il casco e ripartire.
Invece ecco il tris: multa, punti, scooter fermo in garage per 60 giorni, con tanto di sigillo sul parabrezza.

Come dice Freak Antoni, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Era la prima volta in vita mia che dimenticavo il casco, e il destino in forma di divisa e pattuglia era subito lì ad aspettare.
La Polizia Municipale ha fatto tutto secondo la normativa, quindi nulla da eccepire sulla forma.
Rispetto alla sostanza, però, butto lì qualche domanda.
  1. La guida senza casco (che mette in pericolo solo il conducente)  è davvero più grave di altre infrazioni? Ad esempio delle gare tra auto o della guida contromano (4 punti)? O della mancata precedenza ai pedoni (3 punti)? O dell'eccesso di velocità fino a 40 Km/h (2 punti)?
  2. Non è eccessivo il fermo per 60 giorni? E, soprattutto, non è sostanzialmente inutile? Io, durante i due mesi di fermo, un altro scooter lo avrei potuto guidare tranquillamente. Insomma, si ferma lo scooter, come se la colpa fosse della mia mitica Vespa ET4, non mia :-), che posso invece continuare a girare tranquillamente con il vento tra i capelli su altri scooter.
  3. E se mi avessero fermato senza casco in un'altra città, sarebbe andata allo stesso modo?
  4. Saluti a tutti, torno finalmente a godermi la Vespa, da oggi è di nuovo tutta mia!



 IL SIGILLO (la lettera scarlatta degli scooteristi )


LA MANO DELLA LEGGE (OGGI) TOGLIE IL SIGILLO!!!

 


POSSO FINALMENTE TORNARE ALLA GUIDA DEL MIO SCOOTER (CON IL CASCO)

mercoledì 20 luglio 2011

Attacco alla mosca


Lulù, la mia gatta, a caccia di mosche. Senza fortuna...

sabato 25 giugno 2011

domenica 15 maggio 2011

Le cose che solo a Roma

Tra mercati dall'ortografia traballante, pizzerie, ricordi dell'Inquisizione e bici che non vogliono essere rubate.





venerdì 13 maggio 2011

Cinque ore prima del Vajont

Il nuovo lavoro delle Officine Tolau - La testimonianza di Maria Pia Bassetto, superstite del Vajont. Lavorava all'ufficio postale di Longarone e si è salvata per puro caso. La sera del 9 ottobre 1963,quando la frana del monte Toc provocò un'onda alta 100 metri che polverizzò Longarone, lei era a casa a Vittorio Veneto, dove rientrava tutte le sere dopo il lavoro. Questa è la sua storia.


giovedì 28 aprile 2011

Mourinho e il buon esempio di Berlusconi



Mourinho? Come Berlusconi, alla ricerca dell'immunità totale.
Parola di El Pais, il più autorevole quotidiano spagnolo. Miguel Mora, corrispondente del periodico da Roma,commenta così il dopo-partita (Real Madrid-Barcellona, 0-2 tondo tondo) dello 'special one': "Il comportamento indecente di Jose Mourinho in sala stampa dopo lo 0-2 contro il Barcellona, ricalca alla lettera il copione brevettato da Silvio Berlusconi per garantirsi la strada della totale immunità. L'autocritica non esiste, la verità e il merito delle cose non sono importanti, ciò che conta è porsi come vittima e incolpare altri il più presto possibile". Ed è solo l'incipit. Vale la pena leggerlo per intero.

Ha ragione il Berlusca, all'estero siamo apprezzatissimi, tanto che ci prendono tutti ad esempio

p.s. Anche gli spagnoli lo chiamano "berlusca", guardate com'è scritto l'indirizzo della pagina web: http://blogs.elpais.com/vaticalia/2011/04/mourinho-copia-a-berlusca.html


venerdì 15 aprile 2011

domenica 10 aprile 2011

Por eso ¡firmo! - In Spagna si firma per la trasparenza del settore pubblico

Jose Ignacio Gras, Fernando Jiménez, Gabriel Navarro, Patricio Hernández, José Molina
Da un amico spagnolo, Gabriel Navarro - che dirige il centro locale Informagiovani della città di Murcia - ricevo e volentieri giro la notizia di una raccolta di firme per la trasparenza. Si chiama "Pacto por la Transparencia". 
Ciò che più colpisce, è che ovunque - non solo in Italia - spesso manchi l'elemento di base per garantire la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, proprio la trasparenza. In un contesto di grave crisi economica, le inefficienze si pagano carissime. E le inefficienze pubbliche, notoriamente, vanno di pari passo con la mancanza di trasparenza.
Che fare? Firmare.
Il "pacto", suddiviso in 22 punti, elenca le azioni che la regione di Murcia dovrebbe garantire per recuperare terreno: "Vogliamo sapere"; "Vogliamo partecipare"; "Vogliamo contribuire al mglioramento del servizio pubblico"; "Istituizione del registro dei finanziamenti pubblici"; "Semplificazione degli atti amministrativi e estensione della e-administración".
E molto (moltissimo) altro. Qui.

domenica 27 marzo 2011

Finalmente in libreria "Occupiamo l'Emilia"

E' in libreria il docu-film "Occupiamo l'Emilia", Diabasis Editore, dvd+volume di accompagnamento 9,90 euro. Per acquistarlo online: http://tinyurl.com/5rzqu8a




giovedì 24 marzo 2011

Il problema-profughi? Ecco la ricetta: ammazzare, sparare, affondare

C'è poco da fare. Come diceva Oscar Wilde, si può resistere a tutto, tranne che alle tentazioni. E, tra gli aficionados della pagina Facebook di Mauro Manfredini, le tentazioni sono terrificanti.







mercoledì 23 marzo 2011

Preoccupato o sereno per la nube radioattiva? Prova anche tu il preoccupometro!




La nube radioattiva arriva anche in Italia. Ci dobbiamo preoccupare? O no?
Come al solito, dipende da cosa leggiamo.
  • Se siete ansiosi e volete stare tranquilli, leggete qui.
  • Se siete sempre calmi e razionali, ma per una volta volete provare un piccolo brivido lungo la schiena, ecco qui.
  • Se volete farvi prendere dal panico, questa è la scelta giusta
  • Se invece abitate in Emilia-Romagna e volete i dati, cliccate qui.

domenica 20 marzo 2011

Scalfari e i motori che "trombano"

Quello della retorica bellica è uno dei calamai da cui tutte le migliori penne del giornalismo italiano attingono con avidità in tempi di guerra. Tutti, senza distinzioni, perché è un linguaggio gonfio ed ampolloso che dà soddisfazione (professionale), anche a chi - la guerra - la condanna senza i famosi "se" e "ma". Ora che bombardiamo la Libia, vuoi mettere discernere dei dettagli balistici del lancio dei Tomahawk al posto dell'insipida politica interna? O della gittata dei Cruise e della potenza dei Mig invece che del primo ponte vacanziero che ha bloccato il valico di Ventimiglia? Gronda sudore Hollywoodiano anche il sobrio "Odissea all'alba", nome in codice che il Pentagono ha scelto per l'operazione in corso sul Nord Africa.
Persino il vate Scalfari, dal pulpito domenicale dell'editoriale su "la Repubblica", non sfugge alla tentazione e sfodera già dal titolo un marinettiano "Rombano i motori dell'armata d'occidente". Oddio, anche nel testo non si scherza, in particolare quando scolpisce, carattere-dopo-carattere, che "si possono, anzi si debbono bombardare gli aeroporti, abbattere i caccia se si alzeranno o distruggerli a terra, smantellare gli impianti di comunicazione, colpire le truppe se non si ritireranno dalle caserme".
Questa cosa dei motori rombanti mi ha molto incuriosito e sono andato a cercare su Internet, non senza sorprese, digitando "Rombano i motori". Google mi ha paracadutato sulla pagina di un inno della Rsi, la Repubblica Sociale Italiana, che si intitola proprio "Rombano i motori".
Facebook, invece, notoriamente più sbarazzino e impudente, evidentemente guidato da un algoritmo di sinistra, mi ha risposto: volevi dire: trombano i motori. Ha ragione Facebook, fate l'amore, non fate la guerra.

sabato 19 marzo 2011

Ucciso a Bengasi Mohammad Nabbous - Giornalista

Forze apparentemente pro-Gheddafi hanno ucciso stamattina il giornalista Mohammad Nabbous,noto nell'ambiente come "Mo", fondatore di Libya AlHurra TV, mentre stava documentando le conseguenze del bombardamento su Bengasi.
Mo era considerato un giornalista libero, indipendente, il volto libico del "Citizen journalism"
Maggiori informazioni si possono trovare sul sito di Suite 101


Qui le sue ultime parole, mentra documenta dal vivo un furioso combattimento.



giovedì 17 marzo 2011

Italia, 150 anni di violenze subìte

La nuova produzione delle Officine Tolau: una fotografia che simboleggia le violenze e le umiliazioni che l'Italia ha subìto in questi primi 150 anni di storia unitaria. Violenze e umiliazioni spesso messe in atto proprio da chi il Paese lo dovrebbe tutelare: la politica e le istituzioni. 

Qui un elenco, qui sotto la fotografia.
Più sotto, il video




mercoledì 16 marzo 2011

Le vignette del grande Bonfa nel giorno del 150° (e la Lega Nord, tanto per cambiare...)

Massimo Bonfatti, uno dei grandi fumettisti italiani, interpreta con il suo inconfondibile stile la celebrazione del 150° anniversario dell'unità d'Italia, ripubblicando vignette realizzate nel 1997 (ancora attualissime oggi).
Tutte le vignette le potete vedere qui.

martedì 15 marzo 2011

URANIUM PROJECT - Un docufilm sulle estrazioni di uranio in Val Seriana

Con il ritorno dell’Italia al nucleare, teoricamente, potrebbero ripartire le attività di esplorazione per estrarre l'uranio in Val Seriana, in provincia di Bergamo.
“Uranium Project”, che verrà presentato il 17 marzo alle 20.45 durante il Bergamo Film Meeting  (dal 12 al 20 marzo 2011), è un documentario che ripercorre la vicenda, a partire dagli anni '60, quando l'Agip iniziò i carotaggi, fino al 2006, quando la Metex Resources, una società mineraria australiana, fece domanda alla Regione Lombardia per ottenere la concessione di estrazione del metallo radioattivo sul versante bergamasco.
La Regione, sollecitata da una forte protesta popolare, bocciò la richiesta nell’ottobre dello stesso anno. Per ora...


lunedì 14 marzo 2011

La scorta di Aldo Moro e le parole di Pasolini

Gli uomini della scorta di Aldo Moro
Il 16 marzo 1978 in via Fani a Roma venivano uccisi dalle Brigate Rosse gli uomini della scorta di Aldo Moro: Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Franceso Zizzi. 
Pasolini, 10 anni prima, in occasione della battaglia di Valle Giulia aveva messo il rilievo la distanza siderale delle classi sociali d'appartenenza dei manifestanti e dei poliziotti, solidarizzando con questi ultimi attraverso la celeberrima poesia "Il Pci ai giovani". Parole, credo, che avrebbe usato anche per la scorta di Moro, se non fosse stato macellato nel 1975 sulla spiaggia dell'idroscalo di Ostia:

I poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.

A quando il bunga-bunga sul Monte Bianco?

La strada ricavata sul ghiacciao della Marmolada
Dopo i camion sulla Marmolada, ci mancavano le Ferrari a Plan De Corones. E poi si incazzano se non butti una carta "nell'apposito contenitore".
Sfregio ambientale a parte, quello di Plan de Corones è la conferma del cono d'ombra dentro cui si muove il nostro immaginario, perennemente ancorato al binomio donne&motori, anche ad alta quota. Eppure, per la montagna, ipotesi di sviluppo intelligente ce ne sarebbero a tonnellate




sabato 12 marzo 2011

Here comes the sun

Come spiega bene questo blog, in Italia con il referendum del 1987 non si è scelto tra "nucleare si" o "nucleare no". Si è solo potuto rendere più difficile l'insediamento degli insediamenti energetici. Io, all'epoca, ho votato "si" ai tre quesiti, unendomi alla maggioranza degli italiani che, al di là dei tecnicismi referendari, voleva proprio dire "nucleare no".
E lo ribadisco oggi, dopo le conseguenze del terremoto in Giappone, ma per un motivo banalissimo: ogni volta che in una centrale c'è un problema, il rischio è davvero troppo alto, per tutti. Non ha senso rischiare in questo modo.
Investiamo di più in altre forme di produzione di energia, le possibilità non mancano: solare o eolico, ad esempio.

venerdì 11 marzo 2011

Francesco Lorusso. 34 anni fa.

L'11 marzo 1977 a Bologna, nel corso di gravi scontri di piazza,fu ucciso Francesco Lorusso, studente di medicina, militante di Lotta Continua.
Anche oggi, come succede da 34 anni, nel luogo della tragedia lo ricorderanno gli amici. Sarà presente anche il sub-commissario del Comune,Matteo Piantedosi.
L'episodio rappresenta simbolicamente il '77 bolognese ed è una delle tante ferite ancora aperte nel cuore del capoluogo emiliano (la strage alla stazione, la banda della Uno bianca, la strage del Rapido 904). 


Ha ragione Concita

Come (quasi) sempre, parole sagge da parte di Concita.

giovedì 10 marzo 2011

Matteo Renzi a "La ruota della fortuna" (gavetta politica, ovvio)

Beh, per girare gli è girata bene fino ad ora.
Mike non gli risparmia un "buuuuuuuu", ma d'altro canto eravamo in casa Mediaset...


mercoledì 9 marzo 2011

Occupiamo l'Emilia nel buio delle sale

E' ufficiale il calendario delle proiezioni di tutti i lavori selezionati (qui tutti i trailer) nell'ambito della rassegna DocInTour.
Occupiamo l'Emilia è uno di questi, per cui sarà possibile vedere l'opera prima delle Officine Tolau in vari cinema d'essai dell'Emilia-Romagna.
Di seguito l'elenco completo di luoghi, date e orari.

05 aprile Sala Truffaut Modena ore 21.15
13 aprile Lumière Bologna ore 22.15
21 aprile Nuovo Jolly 2 San Nicolò di Rottofreno ore 20
21 aprile Cinema Gulliver Alfonsine ore 21
26 aprile Capitol Fiorenzuola d’Arda ore 21
12 maggio Metropolis Bibbiano ore 21
14 maggio Teatro Comunale Alice Zeppilli Pieve di Cento inizio ore 20 terzo film in programmazione
19 maggio Nuovo Nosadella Sala Berti Bologna ore 19.15
23 maggio Saffi d’essai Forlì ore 21.15


Alle proiezioni del 5 aprile, Modena, del 21 aprile, Alfonsine, e del 14 maggio, Pieve di Cento, saremo presenti anche noi autori.

Date il tapiro al drago

Non ho visto la puntata di stasera di Mistero  su Italia 1 (neanche le altre, lo confesso).
Però, se è vero che Marco Berry si è tuffato nelle acque del lago di Santa Croce alla ricerca di un drago, l'unica cosa che posso sperare è che trovi Staffelli sul fondale pronto a consegnarli il tapiro.

Viva l'Italia, l'Italia che non cambia


Il ritardo è quasi imperdonabile, ma finalmente leggo "Salviamo l'Italia", di Paul Ginsborg.
Giuseppe Mazzini
Meglio l'Italia di oggi o quella di ieri?  Domanda oziosa: secoli trascorsi senza cambiamenti nella struttura del "Belpaese"
Cito dal libro:
  • "Quel vizio tutto italiano di dir male del suo paese quasi per una escandescenza di amor patrio". (Carlo Cattaneo, 1839)
  • Il nocciolo del problema italiano era la perdita della più preziosa delle libertà, la libertà dalla dipendenza. A forza di aver padroni, l'Italia come nazione era diventata "corrotta e snervata"; e i suoi dominatori stranieri, dopo averla soggiogata, la disprezzavano per la viltà della sua sottomissione. Gli italiani non avevano più una storia propria: "le loro sventure non sono altro che episodi nella storia delle altre nazioni". (i virgolettati citati da Ginsborg sono di Simonde de Sismondi - 1818)
  • "Così in un paese dove la natura ha dotato le sue figlie, forse più generosamente che in qualunque altro, di tesori della mente e del cuore tali da farne madri di liberi cittadini e nutrici di patrioti [...] il cattivo governo e, di conseguenza, i cattivi costumi le hanno rese così degeneri che la loro vita domestica corrompe nei loro figlioli ogni germe di virtù". (anonimo inglese: The women of Italy, 1826)
  • Dialogo tra Lord Byron e Teresa Guccioli dopo una sconfitta di una cospirazione patriottica nel 1821. "Ahimè, - esclamò la donna con le lacrime agli occhi, - ora gli italiani devono tornare a darsi all'opera lirica". "Temo, - commentò Byron, - che quella e i maccheroni siano il loro forte".
  • "Insomma, siate uomini e non cicale, - diceva Berchet (1816) esortando i suoi colleghi letterati italiani, - e i vostri paesani vi benediranno, e lo straniero ripiglierà modestia e parlerà di voi coll'antico rispetto". Riguadagnare rispetto all'estero è uno dei temi dominanti di quegli anni. 
  • Storico, famigliare, culturale: sono questi i tre ambiti cruciali in cui si percepiva e denunciava il declino italiano.

sabato 5 marzo 2011

eBook, arrivo.

Da buon perditempo, anche io ho il mio romanzo nel cassetto. L'ho finito nel 2004 quando, per intenderci, eravamo solo al primo mandato di G.W. Bush. Armato di determinazione e francobolli, ho spedito il tomo (tometto, dai, solo 160 pagine) qua e là. 20 editori hanno detto no, 10 non hanno risposto, 5 hanno detto ni (ma poi sono spariti, forse risucchiati in una dimensione parallela) e tre hanno detto si. Ho scelto uno di questi tre, ed eravamo nel 2005 (tale Angela Merkel vince le elezioni in Germania). Dicono: ti chiamiamo per firmare il contratto. 
Passano due anni, arriva il 2007 (c'erano ancora Ds e Margherita), durante i quali aspetto sull'uscio con la penna in mano per firmare. Sfido eroicamente da buon esordiente il freddo, la neve, il caldo e i piccioni bombardieri e, finalmente, dopo 24 mesi, aprono la porta: entra, c'è da firmare. Firmo (firmo!!). Dopo altri due anni (2009, ecco Obama) e una serie di falsi annunci (pubblichiamo il prossimo mese!! Paghi da bere!) l'editore cambia gusti, rassetta la stanza e dice: tutti i romanzi fuori di qui, subito! Facciamo solo saggistica, pussa via!
Mi ri-armo di pazienza e francobolli, ri-spedisco urbi et orbi. Ni, mah, boh, puah, ma anche due si: uno dal GIGANTE editoriale italiano, l'altro da un simpatico editore di periferia. Il GIGANTE mette le mani avanti: "Bello, piace, compro. Ma forse non vendo, tengo in un cassetto". E io penso: beh, se cassetto dev'essere, che almeno sia il mio, visto che è già abituato a ospitare il romanzo. Nel frattempo l'editore di periferia si fa avanti: vieni con noi. Ok, dico, eccomi. Siamo nel 2010. Due settimane fa, 2011, mi dicono: "Certo, uscire adesso che tutti parlano del 150° dell'Unità d'Italia con un romanzo che non ne parla, beh, è un grande rischio editoriale". In effetti capisco. Le vedo anche io, tutti i giorni, le orde di lettori che in questo periodo sgomitano per entrare in liberia e tuffarsi su saggi risorgimentali, biografie patriottiche e compendi storici. Non vorrei deludere queste orde.
E allora decido di mettermi a studiare l'e-book, così quei tre lettori che mi guadagnerò, saranno pochi, ma saranno davvero miei. 
Per ora ho scoperto e provato 2ePUB (un convertitore free da doc a epub) e Calibre, il reader per ebook che si può utilizzare anche su pc.
Vedremo.

venerdì 4 marzo 2011

Piedi e pedali

Una corsa a disfarsi dei privilegi. Dopo i vitalizi ai consiglieri della regione Emilia-Romagna rottamati dal presidente dell'assemblea legislativa, Matteo Richetti, oggi tocca a Matteo Renzi, che si disfa dell'ingobrante fardello dei pass per il centro storico a Firenze.
Avete voluto la bicicletta? Adesso imparate ad andare a piedi.