giovedì 10 novembre 2011

Il mercato e le borse? Come l'onda del Vajont.

Prima di leggere, vi chiedo un favore personale:
Ascoltate le parole di Marco Paolini qui sotto, durano poco più di 2 minuti.
Poi, dopo, vi dico la mia a proposito della crisi economica. Buon ascolto (con le cuffie, meglio).

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"Arriva 'sto rumore come un treno in crescita, un treno che arriva. Cristo, se sta arrivando il treno! Mi tolgo dalle rotaie!! Ma dove vai, che dovunque ti sposti sei ancora sulle rotaie?"

E' un passaggio drammatico dello spettacolo teatrale "Vajont" di Marco Paolini.
La gente, quando capisce che l'onda sta per travolgerli, cerca una via di fuga. Ma non ce la farà nessuno, perché l'onda è grande come tutto il loro mondo. Tutti saranno travolti.
Ecco, a me 'sta storia della crisi economica, dello spread che impenna più di quanto facessi io con la mia mia bici quand'ero bambino, dei tassi che volano, dei default, della Borsa, delle manovre del Fondo Monetario Internazionale, insomma di tutto l'apparato economico-finanziario in ebollizione, mi fa venire in mente l'onda del Vajont. Cioè l'impossibilità della salvezza.
Non adesso, certo che no. Adesso ci salveremo tutti. I meccanismi di compensazione funzioneranno alla perfezione, quindi l'Italia, l'Europa, il mondo saranno salvi.
Ma - e qui sta il riferimento all'onda del Vajont - ho la certezza che siamo comunque in mezzo ai binari, è solo uno scarto temporaneo che rimanda l'inevitabile.
Si, inevitabile, perchè è il meccanismo di base che non funziona. Non può reggere. E questi correttivi sono solo palliativi. Leggete Rifkin, giusto per citare uno dei tanti osservatori che da tempo hanno chiarito in maniera inequivocabile che è finita con questo modello. E che noi siamo sulle rotaie. E bisogna quindi inventarsi un nuovo modello, senza però dimenticare di sottolineare che l'errore d'origine sta nell'idiozia di aver messo i nostri destini nelle mani del mercato.
Possibile che noi uomini passiamo una volta sola per questo mondo e ci inventiamo una scemenza come il mercato con il contorno velenoso di borse&affini? E che intorno al mercato giri tutta la nostra esistenza? Che il mercato determini le nostre fortune o le nostre esclusioni?
E' una schiavitù, quella del mercato, che non solo è idiozia allo stato puro, ma è anche un'idiozia morta e sepolta, perché il modello - da anni - non tiene più. E siamo tutti (tranne i soliti noti) su questi binari, formiche impazzite in cerca di una fuga impossibile dall'onda.
E' avvilente lo spettacolo del fiume di parole spese su tassi, movimenti bancari, governi di transizione, alleanze, piani di austerità, referendum ecc. Pioggia di placebo su un terreno ormai sterile.
C'è qualcuno che riesce a immaginare un nuovo modello di sviluppo per il futuro davvero diverso, in grado di metterci in salvo?

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