venerdì 26 agosto 2011

Artisti di strada a Parigi 2011

A Parigi ho visto musicisti e giocolieri, acrobati e street dancer, mangiafuoco e fabbricanti di bolle giganti. Parigi è un teatro a cielo aperto, le sue strade un palcoscenico infinito.

giovedì 25 agosto 2011

Scherzare con il fuoco a Parigi

Giada e Nadia sono due giovani artiste di strada originarie della Sardegna. La loro specialità è quella dei giochi con il fuoco. Le abbiamo incontrate a Parigi, nel cuore del Quartiere Latino, al termine di una loro esibizione: "Ci spinge la passione. Facendo l'artista di strada non ti paghi il mutuo - dicono - ma hai l'occasione di incontrare tantissimi altri artisti e conoscere culture diverse".

lunedì 15 agosto 2011

Quel figlio mongoloide, stupido e deficiente


Pura cronaca, senza aggiungere particolari. Niente di inventato, neanche una parola.
Dolomiti, pochi giorni fa. Un rifugio ai piedi di una delle cime più spettacolari dell'arco alpino.
Dopo due ore di cammino arriviamo al rifugio e ci sediamo ad un tavolo, fuori.
Tantissima gente sui prati, tante famiglie.
Su tante voci che si accavallano, una prevale nettamente su tutte:
"Sei matto???????????? Ti ammazzi!!!!!!! Vieni giù di lìììììììììì!!!!!!!! Daiiiiiii!!!! Ti ammazzi!!!!".
I richiami di una madre al figlio di tre-quattro anni (che si sta arrampicando su un masso) si sentono per tutta la valle. Tutta la gente (centinaia di persone) si gira in direzione delle urla.
I nostri vicini di tavolo ridacchiano. Capiamo, dai loro commenti, che quella madre urla da ore per ogni cosa che succede ai figli.
L'urlatrice, dopo pochi minuti, si fa sentire di nuovo: "Chiamo la Polizia!!!!!!!!!!!!!". Suo figlio ha deciso che quel masso gli piace ed è sordo ai richiami di sua madre, che medita (a suon di decibel) di rivolgersi alle Forze dell'Ordine, lassù a 2000 metri. Forse servirà, pensa. Un'amica dice all'urlatrice che forse non è il caso di allarmarsi, di urlare. Lei replica con un altro urlo che si perde verso il fondovalle.

Un'ora più tardi scendiamo verso la macchina.
La comitiva dell'urlatrice ci precede di un centinaio di metri.
C'è fango, il sentiero è quasi impraticabile per due o trecento metri. Bisogna camminare appena fuori dalla traccia principale per non affondare nel fango fino a metà polpaccio.
L'urlatrice ha di fianco il secondo figlio, di circa otto anni, che è un po' in difficoltà. Niente di strano, insomma, tutto normale. Un bimbo di otto anni che cammina cercando di non scivolare.
Ma si scivola, scivolano quasi tutti. Non c'è pericolo, semplicemente si scivola e si finisce con i piedi nel fango. Tutto lì. Una rottura di scatole, niente di più.
A un certo punto, l'inevitabile.
Il bimbo scivola. Si appende istintivamente alla prima cosa che ha a portata di mano: il braccio della madre, l'urlatrice. Il bimbo, nonostante la presa, scivola del tutto e si porta dietro la mamma.
Un abbraccio che trascina tutti e due nel fango, come nelle comiche, ma - ci rendiamo conto - non c'è tanto da ridere.
L'urlo della mamma parte già durante il rotolamento:
Daaaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiii
Ecccccccoooooooooooooooooo!!!!!
Alla fine della scivolata, la raffica:

TE L'AVEVO DEEEEEEEEETTTTTTTTTTTOOOOOOO!!!!!!
La gente nei sentieri di ferma a guardare, è uno show.
STUPIDO!!!!!!!!!!
SCEMO!!!!!!!!!
MONGOLOIDE!!!!!!!!!!
PORCA TROIA!!!!!!!!!!
CRETINO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
DEFICIENTE!!!!!!!!!!

Il bimbo di otto anni, rialzandosi, abbozza una risposta, ma ogni volta che apre bocca viene zittito:

mah...
STUPIDO!!!!!!!!!
è che...
STUPIDO!!!!!!!!!
però...
STUPIDO!!!!!!!!!
però io...
CRETINO!!!!!!!!!
CRETINO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
STUPIDO!!!!!!!!!
GUARDA QUA, TUTTA LA ROBA ROVINATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
Si toglie la felpa, macchiata di fango, e riparte lungo il sentiero.
Il figlio, mogio, dietro.


mercoledì 10 agosto 2011

2/3 di Officine Tolau sulla Ferrata Strobel

Tolau doveva essere, invece è stato ToAu, senza la "elle". Davide non c'era. Non c'era la sua Elle di Lombardi. E così le Officine Tolau si sono arrampicate lungo la Ferrata Strobel orfane del sosia di Sting. Ma noi (ToAu) lo abbiamo portato idealmente con noi. Guardare fino in fondo per credere.

giovedì 4 agosto 2011

Bonaccini, Marino e il rischio di una base Pd berlusconiana

Stefano Bonaccini
Che pena vedere il berlusconismo che fa proseliti anche nella base del Pd.
Non Berlusconi. No, no. Il berlusconismo.
Ma dovevamo aspettarcelo. Ha ragione, infatti, chi dice che il berlusconismo è peggiore di Berlusconi. Perchè Berlusconi è uno, ma il berlusconismo è ormai trasversale ad un paese intero. E rischiamo di non liberarcene mai più. Ha le sue regole, banali ed avvilenti, un vero e proprio kit di argomenti pronti per tutte le evenienze, che riconducono sostanzialmente ad un unico concetto di fondo: è tutto un complotto.

Antonino Marino
Insomma, mica male se si è a corto di argomenti o, peggio ancora, se gli argomenti ci sono, ma stare lì a spiegarsi è uno sforzo inutile e faticoso. E allora meglio buttare tutto in vacca, urlare sempre e comunque, puntare l'indice verso i cattivoni che mettono i bastoni tra le ruote ai buoni.
Sono i meccanismi della tv commerciale traghettati in politica, magistralmente descritti da Massimiliano Panarari nel suo celebre "L'egemonia sottoculturale. L'Italia da Gramsci al gossip" (chi non lo ha letto si ritenga colpevole, perchè è un libro imperdibile per capire dove siamo finiti).

Nella vicenda che vede coinvolti il segretario regionale Pd dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l'assessore comunale al Patrimonio (Modena) Antonino Marino e un paio di dirigenti ed ex dirigenti comunali per una serie di presunti reati (turbativa d'asta, violazione del segreto di ufficio, abuso d'ufficio), succede proprio questo: la base Pd, o quantomeno quella più istintiva e sanguigna che commenta a caldo la faccenda sui principali social network, schiuma rabbia verso la magistratura e i giornalisti.

Qualche esempio preso da Facebook, per capirci:

  • "sarebbe bene che anche i magistrati cominciassero a rispondere dei loro errori e della loro "disinvoltura"
  • "sono quelli de Il Cesso Quotidiano che cercano, nelle ultime settimane di imitare Libero e Il Giornale. Sono loro che si avvicinano (ma visto l'editore non mi sorprende) a zio Tibia, Feltri e Belpietro. Io Il Cesso Quotidiano lo compravo e mi ero anche abbonato. Ora basta. Travaglio ha le sue ambizioni e le sta coltivando a spese dei lettori"
  • "...mischia vicende gravi e tragiche a normalissime e banali vicende amministrative in modo iperstrumentale, giornalismo d'accatto e servile. Servile e strumentale al disegno politico in atto"
  • "...credo che il punto sia sapere se la notizia è vera o si è messa in moto una qualche macchina del fango tesa a screditare una parte politica".
  • "Lo STRAFATTO QUOTIDIANO è PEGGIO di Libero e il Giornale: quelli almeno fanno quel che fanno perché glie lo ordina il Padrone del Vapore"
  • "...travaglio vuole aumentare le vendite del suo giornale, allora cosa c'è di meglio che dare adosso al pd che ora è il primo partito?"
  • "mi pare una bolla rimescolata e enfatizzata da questi strani tempi che viviamo, dove ormai è facilissimo fare il tiro al bersaglio"

E' o non è una reazione in puro stile berlusconiano? Lo è a tal punto che i primi a prendere intelligentemente le distanze sono proprio Bonaccini e Marino. Bonaccini su Facebook scrive: "I giornalisti facciano il loro mestiere, i magistrati pure. E io ho piena fiducia nel lavoro dei giudici".
Parole semplici, ma che dicono una cosa di grandissima rilevanza: ad ognuno il proprio ruolo.
E proprio qui sta la differenza tra il berlusconismo - che trascina in un gorgo mefitico tutto e tutti - e chi, al contrario, rimane dell'idea che le regole e il rispetto dei ruoli - a partire da quello delle Istituzioni - siano i fondamenti della democrazia.

Se anche la base del Pd scivola sul piano inclinato della critica gossippara, allora non c'è più niente da fare, moriremo tutti berlusconiani.

A Bonaccini e a Marino, che conosco da vent'anni, vanno naturalmente la mia stima e la mia solidarietà.