martedì 2 aprile 2013

Dialogo a 5 stelle (al bar)

Bologna, ora di pranzo.
Bar centralissimo, vagamente gruppettaro, economico, frequentatissimo.
Entra una coppia di giovani
Lui ha la barba, occhiali retrò. Il Corriere della Sera sottobraccio.
Lei ha i capelli lunghi, mossi. Il Manifesto nella borsa.
Si siedono, la cameriera chiede a lei di spostare la sedia solo leggermente, così tutti si possono muovere meglio.
Lei si sposta, solo un po' infastidita.
"Bello questo posto, sembra di essere a Parigi. E' tutto stretto, come nei bistrò", la consola lui.
Che bel modo di assorbire le rotture di palle, penso io, seduto a un centimetro da loro, mentre mi infliggo un cous-cous di verdure con troppa cipolla.
Lei beve Coca Zero. Lui spremuta d'arancia.
Aprono i giornali, leggono, commentano la faccenda dei 10 saggi di Napolitano.
Raddrizzo le orecchie, aspetto il commento finale.
Eccolo, è lei che parla.
"Beh, se i 10 saggi trovano un accordo e dicono che certi provvedimenti si potrebbero prendere, perché Napolitano non dovrebbe dare l'incarico a un 5 Stelle? Solo per ripicca?"

Solo.
Per.
Ripicca.

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