lunedì 2 gennaio 2017

La gara di torte in faccia ai negri

"Ma quindi su Internet chiunque potrà scrivere quel che gli pare anche se sono delle balle colossali? E se la gente poi ci crede?".

Te la ricordi, Fabrizio de Gennaro, quella domanda che ci eravamo fatti a tavola, una sera di 22 anni fa, giovani smanettoni per una tecnologia che stava appena muovendo i primi passi?

Ci stupiva, già allora, l'idea di un campo libero da ogni tipo di regola e ci eravamo chiesti cosa ci saremmo dovuti aspettare, inconsapevoli che un ventennio più tardi parole come fake-news, clickbaiting, post-verità  ecc ecc sarebbero state il pane quotidiano del dibattito sull'evoluzione dell'informazione in rete.

Quella domanda era diventata uno scherzo, così per provare. Ci eravamo inventati una cosa talmente grossolana, che - secondo noi - proprio solo i tonti ci sarebbero potuti cadere. Ci interessava buttare l'amo, raccontare una balla e vedere quanta gente ci sarebbe cascata.

Internet non esisteva nella forma di oggi, c'erano la BBS (Bulletin Board System), ma insomma, erano le prime comunità digitali, l'embrione della rete, e servivano perfettamente allo scopo.

Non eravamo andati per il sottile, proprio per capire fino a che punto la rete traboccasse già allora di gonzi e boccaloni, e il titolo del post era talmente urlato che nessuno - tranne forse i lettori di Libero (che però allora non esisteva) - lo avrebbe potuto trovare normale: "Gara di tiro di torte in faccia ai negri".

Il testo pubblicato diceva:

"All'inizio di luglio si terrà a Modena una manifestazione allucinante, si tratta del tiro al negro. Al posto del classico pupazzo saranno alcuni extracomunitari a ricevere le torte in faccia. Si tratta di giovani immigrati che si sono prestati a questa umiliazione per arrotondare le loro magre entrate. Sembra che l'iniziativa avrà luogo in piazza Matteotti e sarà organizzata dall'associazione Giovani Revisionisti, che organizza seminari sulle differenze razziali. L'incasso servirà a finanziare progetti dell'associazione stessa, 3 tiri 10mila lire (5 euro, ndr), salvo una quota - mille lire a torta ricevuta in faccia - che sarà destinata ai bersagli. Diteci cosa ne pensate, anche solo in poche parole". 


Avevano risposto una settantina di persone, un numero esorbitante per l'epoca, tutte scandalizzate. Solo un paio avevano capito che era una presa in giro. La sostanza è che tutti se l'erano bevuta. E che una balla era diventata una verità. E che quelli che noi pensavamo fossero tonti, gonzi ecc ecc, erano in realtà persone normali a cui era stata venduta una notizia "come se". Come se fosse vera. E lì c'è poco da fare.

C'erano infatti tutti gli elementi necessari a rendere, se non vera, almeno verosimile la vicenda, che è esattamente il filo sottile su cui camminano e cadono miliardi di navigatori sul web, costituendo di fatto l'alveo naturale per le verità relative.

Nel nostro caso c'era la questione degli immigrati, c'era la spavalderia di una destra che - pur in un modo umiliante per gli extracomunitari - provava a ripulirsi la coscienza, c'era l'elemento dell'accettazione da parte degli immigrati. C'era il disprezzo di quel termine - "negro" - che rendeva credibile il tono muscolare della xenofobia che si traveste da organizzatrice di eventi.

In sostanza, la classica bufala che indossa il soprabito elegante della notizia.
Se ne era occupata Rai3, ricordì? Con quel servizio in cui fingevano un'incursione nella finta sede modenese dei Giovani Revisionisti. E il Manifesto il 29 giugno 1995 ci aveva dedicato un'intera pagina, con uno dei loro titoli - "Giochi di rete" - con l'illustrazione di Libertini. Io e te, uniti nella provocazione, avevamo idee diverse. Tu eri per la totale deregulation della rete. Io, notoriamente più noioso e paraculo, un paio di argini invece li avrei visti bene, più che altro per evitare l'esondazione della merda digitale.

La penna del Manifesto era quella di Daniele Barbieri, che nell'articolo, rivolto agli autori della provocazione (cioè noi) scriveva: "Si potrebbe loro obiettare che una rete telematica mondiale è per sua natura incontrollabile e che può essere controproducente lanciare questo genere di provocazioni dato che deliri variamente razzisti (o anti-gay) circolano già; e non per scherzo".

Da allora l'unica cosa che è cambiata è che,a quelli razzisti, si sono sommati milioni di altri tipi di deliri. E che, sì, per sua natura - come avevamo constatato con la storia delle torte - il web è per sua natura incontrollabile. 

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