domenica 24 maggio 2015

Chiedimi chi erano i fantilventi del Piave


Tutte le mattine, dalla prima alla terza elementare, la nostra maestra (che era anche la vicepreside) radunava tutte le classi nel salone centrale della scuola per cantare prima dell'inizio delle lezioni. Ogni classe era rigorosamente organizzata in fila per due, in ordine di altezza, piccoli davanti, grandi dietro. Io ero in seconda fila, ma la frustrazione di essere basso era ampiamente compensata dal fatto di avere di fianco Giulia, la mia morosina, anche se lei ignorava di esserlo.

Solo chi è nato a Vittorio Veneto (come me) può avere un'idea di quanto l'immaginario della 1^ Guerra Mondiale abbia influito sulle scuole. Per noi, nati negli anni '60, era normale tutte le mattine essere intruppati lì nel salone e cantare a squarciagola "il Piave".

Dovevo  però essere molto disinteressato, o comunque avevo un approccio decisamente meccanico e poco patriottico al canto, dato che per i primi tre anni, mentre cantavo, mi sono sempre chiesto cosa fossero mai i "PRIMI FANTILVENTI" di cui parlava la canzone.

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