lunedì 12 ottobre 2015

Il sorriso della barista stanca

Vabbè, l'unico normale in questa foto è quello al centro, quel ragazzo alle nostre spalle che in una spiaggia del Madagascar tira un calcio al pallone.
Che poi dovreste vederlo quel pallone. Una specie di ammasso di stracci compattato in qualche modo. Ma basta voler giocare, il resto è bellezza pura.
Anzi, normalità. Quotidianità. Quella normalità che Stefano Totaro - il ceffo angelico sulla destra nella foto - ha raccolto in una cinquantina di scatti fotografici e proposti in "Afreeca - Una casa libera", in mostra fino al 25 ottobre a Castelfranco Emilia a Palazzo Piella in corso Martiri 204, con incasso che andrà in beneficenza a Alfeo Corassori La Vita Per Te ONG e Amici di Padre Pini Onlus.
Un racconto dell'Africa - e non solo - attraverso lo sguardo di Totaro ("Tost" per gli amici), uno sguardo totalmente libero, anarchico direi. Nessun manierismo. Solo il suo sguardo tradotto dall'obiettivo, che narra i tanti viaggi in questi ultimi vent'anni in quel continente attraverso il filtro delle persone, donne e uomini colti nella normalità delle loro vite. Mica facile, farlo bene.
Racconti veri e propri, più che foto. E una, in particolare, mi ha colpito, quella della "barista stanca".
Avete presente lo sguardo delle donne alla sera? Quello sguardo che racconta una giornata iniziata all'alba, dopo che hanno sistemato le prime cose in casa, che si sono occupate dei figli, che hanno lavorato tutto il giorno e poi, la sera, hanno pensato di nuovo a tutta la famiglia e all'universo di cose da fare, da sistemare, a cui pensare. E che a un certo punto si prendono quella pausa di trenta secondi per se stesse, spesso momenti sospesi in un pensiero che le porta chissà dove, uno sguardo carico di bellezza? Ecco, quello sguardo. Andate a vederlo. E perdetevi in quello sguardo.

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