sabato 9 aprile 2016

Il discorso di inaugurazione perfetto

A un certo punto, quando tutto è pronto per il taglio del nastro, Enrico si guarda intorno e dice: ci vuole un bambino: "C'abbiamo dei bambiniii?", urla verso il giardino.

Sai quando dici che un Paese lo conosci solo se entri nella sua pancia.

Ecco. Ca' di Lugo è una delle tante magnifiche pance di questo paese, una frazione che un sabato mattina si presenta quasi per intero nel cortile alberato del centro di aggregazione, ricreativo, culturale, che ha appena riaperto. C'è l'inaugurazione. Pochi tacchi, molte scarpe da ginnastica. Mani incrociate dietro la schiena e sorrisi larghi.

E di giovani non è che ce ne siamo tantissimi, ma insomma, dai.

Però un paio di bambini si, e portano a Enrico il cuscino su cui poggiano delle forbici prese certamente dal cassetto del bar del Circolo.

E prima del taglio del nastro, Enrico ha il tempo per rimproverare Gian Battista, in ritardo, che si appoggia su una stampella (C'abbiamo anche la rampa per gli handicappati, sali di lààà!).

E, finalmente, il discorso. Di quelli che si sentono quando per fortuna la retorica muore sepolta.

"Ho fatto l'asilo dalle suore qui a Lugo, e quindi sono diventato comunista per forza", ride Enrico, raccontando al pubblico sparso tra i tavolini, lì nel cortile. "Il lavoro mi ha portato molto in giro, ma alla fine eccomi ancora qui, a 60 anni, a inaugurare un posto importante per tutti noi. A sessant'anni qualcuno si prende un'ucraina, o si compera un'Harley Davidson. E in ogni caso ventimila euro li deve spendere. Io invece, insieme a tanti altri volontari, ventimila euro li ho cercati da metter qui per il centro sociale, Così qui in paese stiamo tutti meglio. C'è spazio per i giovani, per gli anziani, c'è il bar".

Che secondo me, come discorso di inaugurazione, è perfetto.

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