domenica 3 agosto 2025

L'amore possibile. Forse.


Siete tra quelli che al cinema si alzano appena partono i titoli di coda per raggiungere rapidamente l'uscita della sala? 

Chissà se fate bene.

Qualche volta, infatti, rischiate di perdervi il meglio.  Il "tutto", detto in altro modo. Alcuni registi adorano lo sgambetto finale, ad esempio l'inserimento di una scena che irrompe inaspettatamente quando scorrono i nomi di elettricisti o stuntmen, una scena che, nel più perfido dei casi, può addirittura essere la chiave di comprensione del film appena visto. Una scena che vi siete persi, inebriati dall'effimero trionfo di aver guadagnato per primi l'uscita dal cinema, incrociando le orde degli spettatori che stanno entrando e siederanno a vedere ciò che per voi - a questo punto - sarà un film di cui non avrete capito il senso.

Lidio Pellegrini ci regala esattamente questo nel suo primo romanzo, L'amore possibile (Tempi Moderni editore), per cui il primo consiglio è: non accontentatevi di leggerlo fino alla fine. Andate oltre. Si, anche nella "Nota dell'autore" di pagina 199, poche righe scolpite dopo la parola fine, perché se vi perdete quelle righe, vi sarete persi il senso del romanzo. Un senso che è racchiuso nel titolo: L'amore possibile. 

La domanda, a questo punto, è: l'amore è possibile? 

Lidio Pellegrini, che con questo romanzo autobiografico inaugura un percorso di immersione nelle forme dell'amore, proseguito con "L'uomo che aveva le donne" e che tra qualche settimana sarà completato dall'ultimo scritto (per ora ancora in fase di editing), ci accompagna utilizzando la classica struttura del romanzo di formazione. Il protagonista principale, appunto Lido Pellegrini, è un giornalista di provincia intorno ai 30-35 anni. Lavora per una marginalissima testata online, ma ha il fuoco sacro della professione, e quindi - pur da un punto di vista periferico - dà il massimo e punta in alto (tra poco vedremo quanto in alto). E' circondato dalla classica tribù ristretta degli amici che contano  ("splendidi ultratrentenni ormai avviati verso la quarantina"):  Luca che insegna lettere in un liceo, Alberto detto Bert il fisioterapista esuberante e seduttore incallito, Fabio che lavora in un quotidiano nazionale e Tatiana, detta Taty, instabile baricentro emotivo di Lidio su cui ogni cosa convergerà alla fine.

Uno schema, per avere qualche riferimento, che potrebbe richiamare "La simmetria dei desideri" di Eshkol Nevo, o "Quattro amici" di David Trueba, o addirittura potremmo spingerci al Grande Freddo, contesti in cui il gruppo di amici sperimenta l'inevitabile sfaldamento della compattezza che li ha tenuti insieme da ragazzi, lanciati ognuno verso singoli destini che li porteranno - anche attraverso la tragedia - a trovare, infine, ognuno la propria strada. 

Lidio Pellegrini è al centro di questo equilibrio e, attraverso il classico schema (in questo caso invertito) di Cenerentola, ci racconta l'amore tra due mondi reciprocamente impermeabili, quello di un giovane giornalista di provincia alle prese con costanti difficoltà economiche e quello di Marianna Paltrinieri, parlamentare iscritta a un partito agli antipodi rispetto agli ideali di Lidio, e presidente della Commissione Lavoro. Non solo. Marianna è bella da morire, corteggiatissima, ricca, famosa. Insomma, irraggiungibile. 

Non sveleremo il meccanismo che permetterà a Lidio e Marianna di avvicinarsi, ma possiamo dire che l'autore prende a piene mani da Notting Hill ("sono una ragazza che desidera essere amata", dice lei a un incredulo Lidio squattrinato) e ognuno di noi si trova a fare il tifo per la coppia che, contro ogni previsione, prende il largo in un mare che però non è sempre così facile da navigare.

Mentre i due veleggiano su questo amore inaspettato, intorno prendono corpo gli amori difficili e incasinatissimi degli amici di Lidio, un espediente narrativo per squadernare le possibili combinazioni che l'amore può trovare. E' in particolare Bert a franare, incapace di tenere a bada l'istinto predatorio e buttando sistematicamente all'aria relazioni importanti, fino a quella che poteva essere quella definitiva con Marzia. E poi c'è Taty, naturalmente, figura femminile di quasi-amore per Lidio, che lo conforta ogni volta che va a sbattere: "Sei una delle ragioni per cui vale la pena vivere  - pensa tra sé e sé Lidio - ma non riesco, non sono mai riuscito, a innamorarmi di te".

Il punto di equilibro tra Lidio e Marianna - in un crescendo in cui ai due si vuole un bene dell'anima - passa inevitabilmente attraverso la crisi di lei, che per l'ennesima volta si trova nella situazione di dover dimostrare di non essere solo bella, ma anche capace. In una sfuriata a Lidio, le parole arrivano chirurgiche: "La mia durezza esce da una vita intera a dover dimostrare di non essere solo un bel visino, un bel culo e un bel paio di tette, ma una donna capace e intelligente, molto più della stragrande maggioranza degli uomini che ho incrociato nella mia vita. Una che ogni volta che raggiunge qualcosa deve sopportare che 'Radio scarpa' cominci a trasmettere su tutte le frequenze che 'di sicuro se è arrivata fin lì è perché ha aperto le gambe a qualcuno'. A chi? Mah, ogni volta il passaparola si inventa qualcuno di diverso: a scoparmi sarà stato il rettore in modo da permettermi di ottenere 110 e lode alla laurea? Poi il Presidente del Consiglio, un ministro, o che so… il capitano della nazionale di calcio, il Presidente di Confindustria o magari, chissà, quello degli Stati Uniti. Miss "Sotto il vestito niente" e via di questo passo. In fondo, sempre solo una donna: un'oca per definizione".

Il romanzo, che ha anche il merito di riservare una citazione a Gianni Cavina (trovatela), mette l'amore al centro di ogni cosa e si sgrana verso un epilogo in cui si susseguono colpi di scena nelle diverse vicende sentimentali del gruppo, sempre con Lidio al centro della scena, lasciando una consistente e persistente sensazione amara, fino a un episodio che precede il finale in cui una serata di Speed Date la dice lunghissima sul cinismo di alcuni maschi verso la propria partner. Anche se è proprio in quell'occasione che Lidio, come direbbero al bar, "cade dal pero" e apre gli occhi.

Come Ulisse, Lidio troverà pace nelle braccia di chi l'ha sempre aspettato, ma un'attesa diversa - diciamo così - da quella che Penelope ha riservato all'eroe dell'Odissea. Ed è a quel punto che il titolo del romanzo sarà servito su un piatto d'argento. 

Ma solo dopo i titoli di coda.

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