domenica 11 gennaio 2015

Da Charlie Hebdo a Utoya: la debolezza psicologica dei maschi-killer


Spesso dietro tragedie come quella di Charlie Hebdo o Utoya, per citare due tra le più note degli ultimi anni, si nasconde qualcosa di banalmente terrificante: la debolezza del profilo psicologico dei killer, persone che imbracciano le armi come compensazione a delusioni personali, ammantando poi la loro scelta di riferimenti religiosi e identitari, ritrovando in queste scelte estreme di appartenenza identitaria la sicurezza mai trovata nelle loro vite quotidiane.
Joan Smith, columnist dell’Independent, tratta con lucidità questo tema, mettendo poi in rilievo un elemento determinante e cioè che  i killer  in questa tipologia di eventi sono sempre e solo maschi e suggerisce: “La maggior parte degli uomini non va fuori nelle strade a uccidere la gente, tranne in guerra, perciò dobbiamo capire con urgenza perché questi uomini sono differenti”.

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