lunedì 4 febbraio 2013

L'idiozia, Beppe Grillo e la lezione di Paolo Tomassone



Torno rapidamente sul post di Paolo Tomassone, amico, oltre che collega nelle Officine Tolau.
Paolo oggi ha dato una lezione di giornalismo a tutta la filiera dell'informazione, dalla fonte che ha lavorato malissimo, sino alla cascata di giornali, radio, siti, tv che hanno copincollato senza alcun filtro la notizia inesistente.
Giù il cappello, quindi, perché qui la lezione è tanto lampante da incenerire qualunque tentativo di ridimensionare la portata dell'accaduto.

Torno sulla vicenda perché, una volta chiarito l'equivoco (definiamolo così), non vorrei comunque che venisse invece ridimensionata la portata di ciò che Grillo ha effettivamente detto, e cioè che i francesi, se proprio devono bombardare, che bombardino il Parlamento, a Roma.
In altre parole, il turbomoralizzatore genovese ha chiesto, sì, di bombardare il Parlamento, ma lo ha chiesto ai francesi, non ad Al Qaeda.
Comunque la si legga, ha detto una cazzata. O no?
Ma non ci si deve stupire, perché la modalità di Grillo è esattamente quella stessa "IDIOZIA POLITICA" che l'antropologa francese Lynda Dematteo, autrice dello studio "L'idiota in politica. Sovversione e neo-populismo in Italia", ha utilizzato la prima volta per identificare la modalità comunicativa con cui Umberto Bossi lordava il dibattito politico con frasi razzistissime : "Recitare la parte dei finti sciocchi - scrive la De Matteo - serve per sentirsi autorizzati a pronunciare qualsiasi cosa. Presentare il discorso razzista facendo uso del registro comico è una delle strategie tipiche dell’estrema destra. Si tratta di una tecnica per far passare l’indicibile, renderlo udibile infrangendo il muro dell’intollerabile fino a sedimentare un senso comune che a forza di minimizzare accetta tutto".
Allo stesso modo Grillo, giullare a cui il sistema narcotizzato dei media e della politica concede ogni sciocchezza iperpopulista, passa alla propria base tutti quegli eccessi (bombardare il Parlamento, per rimanere a ieri) che sono il vero collante identitario del suo MoVimento.
Il grillino-tipo ha bisogno di sentirsi ultras, di identificare il nemico, di schiumare rabbia e promettere di "FARE UN CULO COSI'" a tutti.
Dimenticano, gli ultras del capocomico, che lo starnazzare esultante verso il capo ha tratti umilianti, prima ancora che verso la politica, verso se stessi, inconsapevoli macchiette di un copione visto e rivisto in Italia, che porterà da nessuna parte.

2 commenti:

  1. Il post di Tommasone è buono . Questo articolo invece, mi dispiace, ma non ha senso. come al solito ci si riferisce al populista e al demagogo. Peccato che poi dentro il parlamento andranno persone "normali", cosa inedita per il parlamento italiano. Bisogna smetterla di dare addosso a Grillo. Lui è solo un megafono di una massa di persone che si è semplicemente rotta il piffero... punto e basta. Chi nella vita non ha mai detto " buttiamo una bomba dentro il parlamento italiano", scagli la prima pietra...

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  2. Caro Adolfo, ti assicuro che vorrei tanto che tu avessi ragione, perché sarebbe meglio per tutti, lo dico senza ironia. Seguo Grillo e il M5S dalla nascita, tutti i giorni, conosco moltissimi attivisti che mi scrivono e mi raccontano. Vorrei sbagliarmi in quello che scrivo, ma temo di aver ragione. Magari ci si risente quando tutto questo sarà passato. Non immediatamente dopo le elezioni. Facciamo tra un anno, quando le cose avranno preso una piega definitiva.

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