lunedì 24 febbraio 2014

La tentazione grillina della destra modenese


Per una volta sarò andreottiano: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Il retropensiero malevolo è questo: la polverizzazione a destra, a Modena, è progettata a tavolino.
Non trovano un candidato unico neanche a cercarlo con il lanternino.
Andrea Galli, di Forza Italia, con la benedizione di Samorì sembrerebbe il candidato designato per tutta l'area.
Ma i ragazzi di Fratelli d'Italia non ci stanno. Organizzano le primarie a destra e dall'urna esce trionfatore (pur nell'esiguità dei numeri di cui parliamo) il loro leader, Michele Barcaiuolo, che con 367 preferenze umilia le 46 schede favorevoli proprio a Galli.
Enrico Aimi, padre di quel che resta del Pdl a Modena, da mesi ha fatto sapere di non pensare minimamente alla candidatura. In compenso ha curato la regia del corteggiamento (fallito) a Giuseppe Pellacani, figlio di Gian Carlo, ex Rettore a Modena, in quota Udc. 
Sergio Celloni, leader del "Movimento per Cambiare insieme per Modena" si è candidato da tempo, con possibilità di vincita (e di aggregazione a destra) prossima a valori registrati solo dai termometri siberiani.
Nicola Rossi, a capo di Modena Futura, butta lì - un po' morettianamente - che potrebbe anche candidarsi, ma chissà, vedremo.

Insomma, avanti sparsi. Scientificamente, con uno scopo ben preciso.

La moltiplicazione delle candidature a destra polverizzerà infatti i risultati in tanti mini-flop, a tutto vantaggio del granitico e compatto MoVimento 5 Stelle, che al ballottaggio potrà quindi contendere la poltrona di piazza Grande al candidato del Pd.
E la destra, sbriciolata al primo turno, indicherà miracolosamente un candidato per il ballottaggio, trovando proprio nel M5S l'alleato che potrebbe spalancare le porte del Palazzo chiuso da quasi 70 anni.

Il 50,01% al primo turno, per il PD, diventa a questo punto questione di vita o di...Grillo.

 




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